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Il cavallo di ritorno. La prima indagine del commissario Peppenella - Peppe Lanzetta - copertina
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Il cavallo di ritorno. La prima indagine del commissario Peppenella - Peppe Lanzetta - copertina

Descrizione


Il cavallo di ritorno è quello che si fa alle auto nuove: te la rubano e poi ti chiedono un riscatto. Ma cosa succede se il cavallo di ritorno viene fatto con i morti e con i monumenti? Le cose si complicano quando ai furti si aggiungono una serie di omicidi che sembrano essere commessi da un serial killer. I delitti e i furti sono collegati? Per il commissario Peppenella, tifoso juventino in una Napoli cruda e surreale allo stesso tempo, è un bel rompicapo. Le indagini lo porteranno ad un'amara verità e a vivere un dramma personale che sembra senza via d'uscita. Prefazione di Maurizio de Giovanni.
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Dettagli

2014
24 settembre 2014
208 p., Brossura
9788868720148

Valutazioni e recensioni

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Gianfranco
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A mio modo di vedere è un giallo atipico, dove al posto di lunghe e ripetute indagini, stressanti interrogatori o pedinamenti vari, ci si concentra sulle vicende personali dei vari protagonisti, che l’autore alterna tra loro con maestria e tempismo. Ne vengono fuori dei magnifici “ritratti” di personaggi diversissimi tra loro come caratteri e stili di vita, ma tutti abituati a vivere e sopravvivere in quella incredibile città, unica al mondo, che è Napoli. Una città difficile da capire se non ci si vive e difficile da raccontare, che può essere ostile o accogliente, tragica o meravigliosa, cruda o tenerissima.

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David Menard
Recensioni: 2/5

Imbevibile. Una brodaglia allungata alla buona e meglio, come nel non-stile di uno scrittore che ha perso da tempo la rabbia e il furore dei suoi primi racconti disperati e sparsi, affamati e tristi. I personaggi di questo finto romanzo "giallo", dove i pezzi dell'indagine galleggiano in una broda di stereotipi e bieche esagerazioni, sono talmente vivaci da sembrare parodistici. Assurdi, la caricatura di loro stessi. La caricatura di una città intera. Con le solite descrizioni di una sessualità deviata e deviante (...ma che fa tanto finta-arte-maudit) e un commissario obeso che non indaga. Perso fra kebab e birre, figlia ninfomane e sorella assillante a carico. No, non ci siamo: sta al giallo "come la lippa al baseball" (Morando Morandini docet) e fra un'assurdità e l'altra, in brevi capitoli ottenuti per solo accumulo di dialoghi-fiume, si intravedono vaghe et presunte "buone intenzioni". C'è anche la critica alla città amministrata da De Magistris, con immancabile sfogo ecologista, per lo stesso candidato che Lanzetta aveva sostenuto strenuamente alle comunali (da vedere il video su YouTube). Fare gli scontenti della situazione, evidentemente, a Lanzetta conviene sempre e comunque. Una botta al cerchio e l'altra al grosso paniere del commissario Peppenella. L'ennesimo poliziotto italiota, Montalbano degli scannati, così lontano dal Cattivo Tenente. Dannatamente meschino. Così vicino ad un'Italia che ormai è divenuta Napoli e per una Napoli che non riesce più a sentirsi in Italia. Città-Stato del Dolore. Degna patria della Banda della Merda e dei boss commossi dai rifiuti. Una finta bandiera. Per un finto romanzo.

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Peppe Lanzetta

1956, Napoli

Alla fine degli anni '70 esordisce nel cabaret all'Osteria del Gallo di Napoli con altri artisti partenopei. Attento alle problematiche giovanili, nel 1983 il suo spettacolo Napoletano pentito prosegue sul filone sociale e più precisamente sul tema dell'emarginazione; seguono molti altri spettacoli di successo.Ha collaborato come autore di testi con vari musicisti tra cui, Edoardo Bennato, Tullio de Piscopo, James Senese, Enzo Avitabile, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Franco Ricciardi, Massimo Severino e Franco Battiato.Attore, autore di soggetti cinematografici e regista di un cortometraggio, ha lavorato con registi come Piscicelli, Tornatore, Cavani, De Crescenzo, Loy, Martone, Asia Argento, Scimeca. Tra i suoi libri Incendiami la vita (Baldini & Castoldi 1996), Un amore a termine...

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