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Finalmente è tornata la famiglia Malaussène! Mi sono mancati ed è stato davvero bello poterli ritrovare in una nuova avventura! Pennac è una certezza, sempre piacevole dal leggere,
Bellissimo, mi mancava molto la famiglia Malaussène con tutti i suoi improbabili personaggi, ed è stato davvero bello poterli rivedere in una nuova avventura! Peccato solamente che il promesso sequel non sia ancora uscito, anche a distanza di qualche anno, e questo lasci un po’ con l’amaro in bocca perché questo primo volume si interrompe proprio sul più bello! Comunque, piacevole e molto ben scritto, del resto è Pennac.
Torna finalmente nelle librerie, dopo decenni, la famiglia Malaussene al gran completo. Questa volta Benjamin, eterno capro espiatorio, e i suoi cari devono confrontarsi nientemeno che con un caso di rapimento! E come potrebbe andare tutto liscio se di mezzo c’è la famiglia più implausibile e confusionaria di tutta Belleville? Lo stile è il solito, piacevolissimo ed intrigante, stile di Pennac, così come la trama, ricca di imprevisti e colpi di scena, non ha nulla da invidiare ai precedenti capitoli della saga. Quello che cambia è la percezione del mondo di Benjamin, e forse dello stesso autore, sicuramente più pessimista.
Recensioni
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Potrebbero essere iridescenti e colorate le pagine di questo libro. Ciascuna di un colore diverso. E le parole? Le parole potrebbero svolazzare fuori dalle pagine come farfalle. Perché di fatto è una magia la scrittura di Daniel Pennac, un gioco di prestigio.
Rutilante, divertente, la storia procede di sghimbescio rischiando ogni momento di cadere, andare fuori tema. Lungo questo crinale Daniel Pennac ambienta le sue inchieste e fa muovere i poliziotti, i giudici e i ladri, crea una trama sdrucciolevole intorno alla quale c’è un giallo, un mistero, ma un mistero che fa acqua da tutte le parti. Nei gangli del discorso logico, come un buco nero con una forte propensione ad attrarre disastri, c’è Benjamin Malaussène, il capro espiatorio. E tutti sanno già di cosa stiamo parlando.
Tra il 1991 e il 1999 Pennac ha pubblicato in Italia la serie con protagonista la tribù dei Malaussène, fatta da Benjamin, dai suoi numerosi fratelli e sorelle - di padre ignoto e madre in fuga - e da tutti i multiformi personaggi di una Belleville multietnica. I romanzi (Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La Prosivendola, Signor Malaussène, La passione secondo Thérèse) erano tutti incentrati su una piccola inchiesta in cui bombaroli, rapitori e ladri la facevano puntualmente franca mettendo sempre nei guai Benjamin, il capro espiatorio perfetto per qualsiasi investigatore, sempre al corrente dei fatti, sempre e comunque coinvolto anche grazie alla sua numerosa e turbolenta tribù.
Nel corso degli anni la famiglia è cresciuta e sono nati dei bambini, tutti un po’ strani e sopra le righe: l’urlante Verdun nella Fata carabina, la sorridente È Un Angelo nella Prosivendola, Signor Malaussène (un padre e due madri) nel romanzo eponimo e Maracuja (due padri e una madre) ne La passione secondo Thérèse. Oggi i bambini sono tornati e sono diventati adulti. Questo è il loro romanzo.
Dunque dove eravamo rimasti? Benjamin ha realizzato il suo sogno d’amore con la giornalista d’assalto Julie, figlia del governatore coloniale Corrençon, e trascorre le sue vacanze nel Vercors, dove il governatore ha edificato la casa di famiglia. Lavora ancora per le Edizioni del Taglione, la casa editrice votata al vero e diretta con abilità ferina dalla Regina Zabo. Quando è a Parigi vive sempre nella vecchia ferramenta, il luogo dove tutti i bambini sono cresciuti. Oggi Verdun è diventata un famoso e temibile giudice, esperto di diritto dello Sport. È Un Angelo, detta Nange, Maracuja, detta Mara, e Signor Malaussène, detto Sigma, hanno deciso di partire con delle ONG per prestare aiuto ai popoli del quarto mondo. Uno è in Africa, uno in Asia e uno in Sudamerica.
Il commissario di divisione Rabdomant è ormai in pensione e vive nel sud della Francia. Al suo posto c’è suo genero, Legendre. Rabdomant sta scrivendo un libro, Il caso Malaussène, un trattato di filosofia del diritto che analizza l’errore giudiziario a partire dalla vicenda di Benjamin. Anche Alceste, uno degli autori di punta delle Edizioni del Taglione, sta scrivendo un libro - nascosto in un fienile del Vercors. È un libro molto pericoloso che gli ha già causato tantissimi problemi con la sua famiglia e si intitola Mi hanno mentito.
Non dirò altro. Non dirò del rapimento di un importante uomo politico e non dirò dell’inchiesta che sta seguendo Verdun su un procuratore sportivo, non dirò che fine ha fatto Julie e non dirò in quale assurdo guaio si sta cacciando Benjamin, ancora una volta. Quello che posso dire è che il cane Julius, di razza molteplice, odore sostenuto e temperamento indipendente è sempre lì. Certamente non sarà il primo Julius nella vita dei Malaussène e neanche il secondo, ma a guardarlo camminare ritto per la sua strada sembra proprio lui.
Recensione di Annalisa Veraldi
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