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Ambiguità. Una delle parole che maggiormente risuona dopo la lettura. Colpe? Cosa sono le colpe? Quelle che la coscienza di ognuno riconosce come tali o quelle che la giurisprudenza, così interpretabile e cavillosa, giudica come reati? Se una legge assolve un uomo, incondizionatamente la coscienza può fare altrettanto? Un’ esecuzione rimane un’esecuzione anche quando la mano che esegue è mossa da un ordine impartito a gran voce e senza diritto di replica da un superiore. La scrittura è secca e pulita, come del resto dovrebbe essere una scrittura che racconta un processo, pochi ma determinanti elementi. Come riportato in diverse interviste dallo stesso autore, suo nonno fu uno dei fondatori della gioventù hitleriana e governatore nazista di Vienna. Fu condannato a vent’anni di carcere al processo di Norimberga per aver deportato circa ottantacinquemila ebrei. La storia raccontata non è una storia vera ma non si discosta molto dalle vicende che accadevano all’epoca. L’intento dell’autore sembra essere quello di fare i conti con il passato ed evidenziare quanto spesso legge e giustizia non siano coerenti.
A Berlino, nel 2001, un uomo, spacciandosi per giornalista, raggiunge nella sua stanza d'albergo un anziano industriale, lo uccide con quattro colpi di pistola, gli spappola la faccia a calci fino a perdere il tacco di una scarpa, poi chiede che sia avvisata la polizia. In tasca ha i documenti che lo identificano come Fabrizio Collini, nato nei pressi di Genova ma risedente da trentacinque anni in Germania, operaio in pensione, incensurato. Si rifiuta di rispondere a qualsiasi domanda sui motivi che lo hanno spinto al delitto. Il giovane avvocato Caspar Leinen, suo difensore d'ufficio, si batte per raggiungere la verità. Lo sviluppo della questione, in un intreccio di passato e presente, porta alla luce colpe che forse non lo sono, i giudizi della storia e quelli dei tribunali. Un romanzo appassionante e intelligente, scritto con virtuosistica semplicità, che consiglio davvero a chiunque nella lettura cerchi uno stimolo al dubbio e alla riflessione, non solo evasione e conferme.
E' un libro molto bello, scritto con accuratezza e di facile comprensione, ha tutto l'aspetto di essere un legal thriller all'americana, purtroppo non lo è, racconta gli anni bui di un periodo della nostra storia, seconda guerra mondiale, nazisti e stermini, partigiani e battaglie, campi di concentramento e dolore, scritto con uno spirito revisionista e anche se non citato è un pò autobiografico e personale, consigliato assolutamente
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