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mi è sembrato troppo molle, con un ritmo da pensionati, ripetitivo, noioso. Non ne sentivo il bisogno prima, non ne sentirò la mancanza dopo
In questa trilogia (Il mistero della sedia a rotelle/Killer presunto/Persecuzione infernale) prevale l’ironia, sempre accompagnata dalla prosa dolce e delicata della Mancinelli. Si inizia con una serie di cadaveri che cadaveri non sono, ci si imbatte in un serial killer che, come ricorda il titolo, è un presunto serial killer per arrivare ad una persecuzione infernale... il tutto in una sorta di commedia dell’assurdo; infatti, come i cadaveri che cadaveri realmente non sono, niente in questi tre romanzi è quello che sembra. Questi tre libriccini vanno assolutamente letti nel giusto ordine, infatti uno è il seguito dell’altro e se non letti nel giusto ordine perdono completamente il loro senso. Aggiungo anche che, a mio avviso, in questa trilogia, il giallo, per la Mancinelli non è che un "pretesto". Un "pretesto" per parlare di sentimenti: amore, amicizia, fedeltà. Un "pretesto" per confidare il suo amore per la buona tavola, intesa anche come luogo di incontro e di amicizia. Un "pretesto" per raccontarci l’Italia che in questi tre romanzi abbraccia da nord a sud con affetto palpabile. Un "pretesto" per ricordarci alcune semplici verità che tropo spesso dimentichiamo; come ad esempio che non bisogna fermarsi alle apparenze, rischieremmo immancabilmente di cadere in errore e soprattutto che le cause di molti nostri disagi dobbiamo trovarle dentro di noi. In conclusione, cosa ha a che vedere tutto questo con dei romanzi definiti gialli? Forse niente e infatti da lettrice di thriller, gialli, noir, vi dico che se cercate un giallo, questi romanzi non fanno per voi; se volete invece sorridere ma anche riflettere, accompagnati da una prosa dolcissima, allora I misteri del Capitano Flores fanno sicuramente per voi. Angela.
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