C'è da premettere che Caserta non è un luogo antichissimo, essendo nata la sua diocesi da una costola dell'arcidiocesi capuana nel 1113, trascinando su questa Torre le colonne corinzie appartenute al tempio di Calazia. Prima di allora, con meno preoccupazioni per gli scontri che ne seguirono fra guelfi e ghibellini, il primato su questi paesi e casali, se lo contendevano Rocca Maddaloni e Rocca Limatola. Esse erano molto più vicine alla Strata Beneventana che ne attraversava i territori, meglio conosciuta come Via Appia Antica. Le pietre pentagonali, lungo il tratto proveniente da Nola, ancora oggi proseguono in direzione di Telese, per sfiorare Benevento e oltrepassare Mirabella e il Fortore. Il tracciato non conduce alla Civitate papalina in Puglia Piana, ma attraversa quella pedemontana garganica che da Apricena porta dritti a Siponto, lungo il Candelaro, col nome acquisito di Via Francigena. Dai documenti casertani sappiamo anche che Maddaloni e Caiazzo dovettero contendersi l'antica Terra di Sanctus Terentianus, «poco discosta dal muro diruto di Galazia, confine appunto dell'ex Calazia, nella litigata del 1149, allorquando molti luoghi sembrano essere stati strappati alla nuova Caiazzo per darli alla neonata Caserta. In tal modo, prima di Federico II, i papi ebbero Caserta come città «Nova», rispetto all'ex Principato Capuano, e Maddaloni a sede del Giustizierato dell'ex provincia di Capua a Vetere beneventana commissariata, alla stregua del Giustizierato Apulia, con sede a Lecce, che commissariò la provincia dell'ex Principato pugliese di Barulo a Vetere troiana. Questo libro ripercorre tutti i quartieri, con una spennellata di storia vera uno a uno, chiesa per chiesa, rocca per rocca, casa palazzo antico per palazzo antico.
Leggi di più
Leggi di meno