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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2015
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Quattro stelle e non cinque, perche' la prima metà di questa antologia dedicata all'impareggiabile ed istrionico Jean Ray, è composta da tre racconti legati all'interminabile ciclo dell'investigatore dell'incubo Harry Dickson, scritti dal maestro belga soltanto per denaro, d'altronde doveva pur campare, brevi novelle poliziesche e gialle, in cui la parvenza di intrusioni dall'altrove nel nostro mondo, erano alla fine biechi trucchi escogitati dai malfattori di turno, quindi l'apparente soprannaturalità di queste storie, veniva alla fine sminuita da finali puramente razionali. La seconda metà del libro, invece è concentrata su nove racconti horror (circa cento pagine), fra i migliori dell'autore, Il primo, "Il Vicolo tenebroso" è uno dei migliori racconti dell'orrore di tutto il '900, storia di un inquietante vicolo, visto soltanto dal protagonista, uno spassosissimo ladro da due soldi, che incuriosito, penetra in questo luogo ignoto, fuori dal tempo e dallo spazio, e inconsapevolmente libera nel nostra dimensione terrificanti forze ancestrali. Subito dopo, il divertentissimo "Le nozze della signorina Bonvoisin", storia di una terribile unione coniugale, l'ingresso in un mondo sconosciuto in "Crauti", una paventata ed improponibile intervista alle potenze degli inferi in "Durer l'idiota", "Irish whisky", storia di una ripugnante trasformazione, una punizione dai mondi spirituali contro la maledetta razza degli usurai. Poi, una storia di spettri in una prigione "La notte di Pentonville", il capolavoro di ironiche allucinazioni spettrali di "Il cimitero di Marlyweck", la terribile vendetta dei vivi sui morti in "Vendesi casa" ed infine la divertentissima storia sulla quarta dimensione in " La scomparsa del prof. Wohlmut". Solo per questi nove esilaranti e neri racconti. Peccato per il prezzo, una costante della Profondo Rosso.
Riportare Jean Ray all'attenzione del pubblico italiano é opera meritoria a prescindere. Non fatevi scoraggiare dai tre romanzi brevi iniziali, con buon ritmo ma assai datati e di scarsa originalità. I successivi racconti brevi sono molto meglio. Segnalo in particolare "Il vicolo tenebroso", "Crauti", "Le nozze della signorina Bonvoisin", ma tutti raggiungono un grado soddisfacente di fantasia allucinatoria.
Di Jean Ray, mirabolante scrittore belga, non si trova quasi niente in italiano. Peccato! Perché è uno dei più grandi scrittori visionari di tutti i tempi.
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