L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
scheda di De Magistris, A., L'Indice 1991, n.10
Attorno alla figura di Adalberto Libera (1903-63), protagonista del movimento razionalista italiano, si è andato sviluppando in tempi recenti - ricordiamo ad esempio il contributo di V. Quilici (1981) - un notevole interesse culminato in una mostra, con un catalogo dedicato all'opera completa dell'architetto trentino (1989). Con questo studio Marida Talamona apporta un ulteriore tassello chiarificatore alla discussa vicenda della "paternità" della casa che Curzio Malaparte fece costruire nell'isola di Capri, sulla punta del Massullo, sottratta al vincolo di salvaguardia assoluto, probabilmente, per la personale intercessione del ministro della pubblica istruzione Bottai. Sulla scorta di un minuzioso e convincente supporto documentario, presentato in appendice, il libro mette a giorno ciò che talvolta viene dimenticato: il rapporto, spesso tortuoso, tra le intenzioni e la cultura del progettista e quelle del committente, come parte di un più esteso gioco delle parti, delle competenze, delle condizioni che contribuiscono alla realizzazione architettonica. Della costruzione di casa Malaparte - una delle opere a ragione più celebrate dell'architettura italiana del Novecento - viene restituito appunto il maturare di un distacco progressivo tra la visione dell'architetto e quella dello scrittore-committente, il cui ruolo progettuale, sostenuto dal mestiere del capomastro, si consolida e diventa decisivo. Sino a portare a quel celebre edificio-manifesto il cui aspetto finale non reca praticamente traccia del "Progetto di villetta" firmato da Adalberto Libera e presentato il 14 marzo 1938 per l'indispensabile approvazione al comune di Capri. Il progetto iniziale, dal quale prenderà avvio tutto un filone di ricerche relative alla "villa rettilinea" su cui Libera tornerà ripetutamente, si colloca infatti sulla traccia dei suoi interessi "sul tema della casa come bisogno sociale". "Malaparte, al contrario, vuole essere artefice di un'opera unica, eccezionale, in un sito altrettanto eccezionale". Nella distanza che separa la prima soluzione, pensata da Libera, con un linguaggio estremamente semplificato di tratto squisitamente "razionale", dalla forte impronta espressiva e dalle qualità "organiche" della casa "definitiva", trova una risposta l'interrogativo sul ruolo effettivo dei protagonisti, il cui rapporto, con l'avanzare del cantiere, "sembra sfumare o trasformarsi in una sempre più incolmabile lontananza di vedute". Il venir meno di un dialogo tra le due personalità chiarisce il completo silenzio di Libera nei confronti dell'opera, praticamente espunta dal suo curriculum professionale. Un silenzio che l'architetto manterrà tutta la vita, "accompagnandolo... a un giudizio decisamente avverso alla personalità artistica dell'antico committente". In Malaparte vi è invece un'identificazione totale. Nell'architettura della casa egli riconosce il proprio ritratto, "delineati gli elementi essenziali della propria biografia personale e letteraria".
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore