Dopo il successo di Ragazze smarrite, tre avventure del giovane Bordelli.
«Solitario, scontroso, abitudinario, il commissario Bordelli ha preso il cuore dei suoi lettori. E sembra non volerlo più lasciare» – Ranieri Polese, Corriere della Sera
Siamo nel '49, Bordelli è entrato in Pubblica Sicurezza da due anni, è vice commissario in prova. Non ha ancora l'automobile e si muove in bicicletta. Sta comprando l'appartamento di via del Leone, con l'aiuto dei genitori e di un prestito bancario. Ha trentanove anni, e la memoria colma di ricordi di una guerra sanguinosa, dalla quale è tornato con un cane lupo grande come un vitello, un cane delle SS che lui ha trovato ferito e che ha salvato: Blisk. Durante un controllo in una casa di tolleranza, incarico che lui detesta, incontra una prostituta singolare, che nelle pause tra un cliente e l'altro lavora a maglia. Nasce subito una simpatia destinata a trasformarsi in amicizia. E il loro incontro, per puro caso, trascinerà Bordelli in un'indagine complicata e pericolosa, che lo costringerà a mettere in moto tutte le sue capacità. Tra una «rilassante» passeggiata nei cimiteri – dove verrà scoperchiata una macabra vicenda – e il ricordo di una notte passata a raccontarsi storie, che darà il via alla tradizione delle cene della Confraternita del Chianti, conosciamo il giovane Bordelli, investigatore alle prime armi ma con un gran fiuto nel risolvere i casi più intricati.
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Nel libro si parla di tre avventure del commissario Franco Bordelli. La prima, La casa di tolleranza, da cui è tratto il titolo dell’intera opera, presenta un caso del tutto particolare e cioè la cattura di un evaso, un pericoloso criminale; è ben congegnato, i personaggi sono proprio nella parte, con in più una chicca, Rosa, una biondina che svolge in una casa chiusa il più antico mestiere del monda e che è di una notevole simpatia. Rosa riappare anche nella seconda avventura, benché un po’ di anni dopo, in una trama senza morti ammazzati, ma che si basa sul caso e cioè sul fatto che Bordelli, visitando i cimiteri di Firenze e del circondario, si imbatte in due tombe con sulle lapidi lo stesso nome e cognome, l’uguale data di nascita, ma la diversa data di morte. La terza avventura nasce una vigilia di Natale, a qualche settimana dalla disastrosa alluvione di Firenze, con Bordelli solo più che mai e non più dipendente da circa un mese della Pubblica Sicurezza dopo le dimissioni a causa di una brutta storia. L’uomo ripensa al passato e gli sovviene un’altra notte di Natale, quella del 1943, quando si trovava in Abruzzo a combattere i tedeschi con il Reggimento San Marco; era arrivato lì da una settimana e adesso si trovava in compagnia di due militari italiani, di cui uno è Curzio Malaparte, in una stalla a poca distanza dalla linea del fronte. Per ingannare il tempo e per rendere meno triste la solitudine Bordelli, dopo che i tre avevano consumato una misera cena, aveva proposto che ognuno raccontasse una storia e aveva iniziato lui con una vicenda che gli era accaduta da bambino e che si rivelerà non poco commovente. Toccherà poi agli altri due, con delle narrazioni assai più brevi, quasi dei colpi di luce, tranne nel caso di Malaparte che anticipa i contenuti del suo famoso libro La pelle con una vicenda di estremo degrado.
Bordelli è sempre Bordelli. Letto tutto d'un fiato
Letto come sempre in due giorni
Tre storie, tre lunghezze diverse, tre ambientazioni temporali diverse, ma un'unica certezza: Bordelli è sempre Bordelli e lo sarebbe anche se Vichi gli facesse raccontare la lista della spesa o la preparazione di un piatto. Bordelli resta comunque il personaggio semplice e complesso, tenero e spietato, arrogante e educato che esiste nella letteratura italiana. Tre storie per non farci sentire la mancanza di Bordelli che ci auguriamo torni presto con una bella storia.