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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2013
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Si entra davvero nella casa di un artista, un racconto dettagliato di ogni opera d'arte della collezione di Edmond con dettagli da scheda tecnica intervallati da romantiche descrizioni di Parigi
Superbo! Una boccata di aria fresca! Un'edizione italiana che è da sola un atto di coraggio! Dedicato a un secolo che ha scelto, bontà sua, di ignorare che uomo e che scrittore sia stato Edmond de Goncourt. I forzati delle mostre evento e i feticisti dei "grandi pittori" hanno molto da imparare qui, dal gusto infallibile di un occhio che si è formato sui disegni, sulle stoffe, sulle ceramiche e sull'oggetto d'uso - l'unica vera scuola dell'amatore d'arte. Una delle poche glorie postume veramente meritate. Grazie, Edmond!
Recensioni
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Una rapida ricognizione nelle librerie italiane alla ricerca delle opere di Edmond e Jules de Goncourt dà risultati davvero sconfortanti sul piano quantitativo: sono disponibili un unico romanzo I fratelli Zemganno tradotto presso Fazi e una scelta del celebre Diario curata da Mario Lavagetto per i Grandi Libri Garzanti nel 1965 e poi costantemente ristampata. Il lettore deluso troverà qualche motivo di conforto in questo singolarissimo volume a cavallo tra l'autobiografia la storia dell'arte e la storia del gusto. Si tratta della descrizione a opera di Edmond de Goncourt delle collezioni di opere d'arte del Settecento e di oggetti giapponesi da lui raccolti negli anni dapprima insieme all'amatissimo fratello Jules poi dopo la morte di questi avvenuta nel 1870 in melanconica solitudine. Una descrizione che è anche racconto; ricostruzione dell'avventura intellettuale dei due fratelli alla scoperta dell'Oriente; testimonianza del loro modo innovativo di studiare la storia del Settecento ricreandone da documenti minimi e tracce quotidiane la vita materiale; resurrezione di una "casa - opera d'arte" che preannuncia i fasti dell'estetismo e sembra realizzarne la poetica ante litteram. Tra excursus eruditi e sapienti notazioni tecniche si affacciano "piccoli poemi in prosa" di grande fascino ben resi dalla traduttrice (cui dobbiamo anche il ricco saggio introduttivo): "Nelle livide profondità dello specchio oscuro col suo splendore da perla nera sopra il baldacchino bianco e il suo serto di rose si riflette il ritratto di Jules – lontanissimo. Sprazzi di chiarore sottolineano il rivestimento di legno; scintillii dorati guizzano sulle bacchette della cornice giocano con le maniglie di bronzo della panciuta commode mentre il nastro scolpito ai piedi del letto si colora nel suo intaglio di una sorta di vernice di fuoco del riflesso rovente del focolare assopito".
Mariolina Bertini
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