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La cartiera della morte. Mignagola 1945
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Tra aprile e maggio del 1945, la zona della provincia di Treviso con epicentro la cartiera Burgo di Mignagola di Carbonera fu teatro di uno dei più feroci massacri attuati da elementi partigiani nel corso della guerra civile. Delle vittime - fascisti rastrellati nella zona e civili uccisi per motivi di vendetta e rapina - solo un centinaio furono riconosciute perché quasi tutti i corpi, come dichiareranno diversi testimoni a guerra finita, furono gettati nelle acque del fiume Sile, bruciati nei forni della cartiera o sciolti nell'acido. Le maggiori efferatezze avvennero all'interno della cartiera, dove imperava Gino Simionato, detto "Falco". Il processo ai responsabili, celebrato a Treviso nell'estate del 1954, dopo aver appurato i fatti criminosi e gli autori degli stessi, si concluse col "non doversi procedere a carico degli imputati in ordine ai reati rubricati, perché estinti per effetto di amnistia".
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Autore:
Editore:
Anno edizione:
2011
In commercio dal:
11 aprile 2011
Pagine:
242 p., ill. , Brossura
EAN:
9788842540687
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Fabio
11 maggio 2020
Gli eccidi in provincia di Treviso ad opera di elementi partigiani (sic) nella primavera del 1945, tra la fine di aprile e i primi di maggio. La cartiera Burgo di Mignagola era il quartier generale di questa banda di assassini agli ordini del comandante "Falco". Assassini è la parola che li inquadra meglio, visto che la guerra era finita e a cadere sotto i colpi dei partigiani sono stati indistintamente fascisti, militari della RSI, soldati tedeschi, presunti collaboratori, e persone comuni su cui sfogare vendette personali, senza processi ne giurie. Occhio per occhio, anzi, molto peggio. Dopo il processo ai responsabili, nel 1954, amnistia per tutti. Una vergogna difficile da dimenticare. Consigliato.
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