Firenze, Tipografia Fraticelli, In-16°, pp. 155, (3), brossura editoriale giallina con titolo entro bordura. Lievi aloni alla brossura, normali fioriture e alcune piccole gore interne. Buon esemplare in barbe nell'insieme. Reimpressione fiorentina di questo romanzo di ambiente lecchese del fecondissimo poligrafo lombardo, numerose volte ristampato e tradotto perfino in tedesco ed in armeno. \Quest'imitazione, o compilazione che vi piaccia chiamarla, comparve la prima volta nel volume II del nuovo Amico della Gioventù, il 1836. Fu poi ristampata a parte dal Bernardoni l'anno stesso, col titolo di Carlambrogio da Montevecchio, e l'anno seguente dal Brambilla in minore formato\". (dall'avvertenza dell'autore). La presente edizione, non comune, non é censita nella cronologia delle varie ristampe dell'operetta presente nel sito ufficiale dedicato al Cantù (www.cesarecantu.it). Scrive Marino Berengo: \"Tra il 1836 e il 1837 pubblica quattro volumetti di lettura per i fanciulli intuendo - con quel sicuro senso del mercato editoriale che lo accompagnerà sempre - la carenza di una letteratura infantile diversa da testi scolastici governativi. La sua fatica sarà fortunatissima e per oltre mezzo secolo quei suoi libretti saranno ristampati di continuo in tutta Italia e tradotti in lingue straniere. \"Nel mondo c'é meno elefanti che formiche... il numero dei servitori sorpassa di lunga mano quello dei padroni\" \"amate la patria, il vostro governo, vivete d'accordo e lavorate: qui consiste tutta la vostra politica\". Questi sono i precetti preferiti di Carlambrogio da Montevecchia (Milano 1836), l'immaginario merciaio brianzolo cui si intitola il più famoso di quei volumetti. Morale della sottomissione, del rispetto ai governi e ai castelli dei signori che non ha più nulla di comune con quella del Parini, il maestro ideale, e sempre richiamato, del Cantù. Il carattere di questa pedagogia non é solo conservatore ma, più specificamente, clericale.\" (D.B.I., XVIII, 1975). Letture Giovanili, IV."
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