«Io vivo di ricordi, perché sono l'unica prova che ho vissuto e che non sono solo esistito. Il ricordo è sempre un conforto, una certezza, l'illusione di una vita che continua. Nessuno te lo puà rubare, non può essere inquinato o manipolato. È il tuo film più vero, più autentico. Il film della tua vita.»
Fotografie. Nascoste dentro cassetti, infilate nelle pagine di vecchi libri, ammucchiate alla rinfusa in uno scatolone. La memoria è una scatola. Aprirla, guardare, ricordare, raccontare: è il disordine delle immagini dal passato ad accendere la narrazione di Carlo Verdone. Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo: dal legame col padre ai momenti preziosi condivisi con i figli Giulia e Paolo, dai primi viaggi alla scoperta del mondo alle trasferte di lavoro, dalle amicizie romane a un delicato amore di gioventù. Ovunque, sempre, il gusto per l'osservazione della commedia umana, l'attenzione agli altri – come sono, come parlano, come si muovono – che nutre la creazione dei personaggi cinematografici, e uno sguardo acuto, partecipe, a tratti impietoso a tratti melanconico su Roma, sulla sua gente, sul mondo. Leggendo queste pagine si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni, ugualmente illuminate dallo sguardo dell'artista e dell'uomo.
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Una narrazione coinvolgente, scorrevole, direi carezzevole. Da leggere
Un libro che mi è piaciuto molto: la scrittura, il modo di raccontare, sincero e affettuoso. L'episodio di Maria F. mi ha fatto emozionare.
Potremmo definirlo un diario a ritroso, fatto di riflessioni attraverso le quali l'autore ripercorre momenti e periodi della propria vita da ragazzo, sino ai primi successi in tv, prima di raggiungere il clamore cinematografico. In essi abbiamo modo di trovare anche toni e suggestioni di una Roma anni '70 e' 80 che non esiste più. A parte qualche episodio riconducibile ad un periodo più recente. Ogni capitolo inizia con una foto, di un familiare, di un luogo, di sé stesso da giovane, a partire dalla quale si sviluppa il racconto di un ricordo significativo per l'autore, piacevole e curioso da conoscere per il lettore. Le foto sono poche, mi aspettavo di trovarne di più, ma forse è giusto preservarle, magari per il prossimo libro autobiografico, che Carlo Verdone potrebbe pensare di scrivere, visto il successo di quest'ultimo e del precedente "La casa sopra i portici". Stile linguistico ovviamente colloquiale e molto scorrevole.
Contenuto: coraggioso e tenace, l'autore, nel mettere in mostra le mille sfaccettature della propria vita, nonché della Città Eterna, mentre dispensa chicche tragi-comiche, entusiasmi giovanili, sfumature borghesi e sentimenti vividi (in particolar modo per la ''sua'' Torino). Tipologia lettore: pacato.