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Recensioni Il cardillo addolorato

Il cardillo addolorato di Anna Maria Ortese
Recensioni: 4/5
Tre giovani Signori un principe, uno scultore, un ricco commerciante scendono dal Nord dellEuropa verso Napoli. Siamo alla fine del Settecento. Pretesto del viaggio è la visita a un celebre guantaio, che vive a Santa Lucia con le figlie, entrambe «ugualmente alte, impettite, belle e insopportabilmente mute». Così si avvia questo romanzo, nel segno di un carattere che sarà di tutto il libro: la trasparenza e il mistero.
Laria che si respira è lieve, esaltante, di sublimata opera buffa. Il fondo è pura tenebra metafisica. È come se Hoffmann, e con lui lo spirito più radicale e ammaliante del romantico tedesco, fossero discesi a Napoli per unirsi con il demone mediterraneo in una danza che ha qualcosa di fatale e genera senza tregua nuove figure. Ciascuna di queste figure è un filo di una trama vertiginosa, che fa tenere il respiro sospeso: una trama di passioni e di oscure, allusive sofferenze, di visioni e di magie, di eventi che cambiano volto e senso via via che si moltiplicano.
Crediamo, allinizio, di essere impigliati in un groviglio di storie umane, molto umane in un romanzo «che tratta di Amori e Assassini», e perciò di «storie sotterranee, legate a città sotterranee, crudeli storie di fanciulle impassibili, di Folletti disperati, di Streghe sentimentali e di Principi Squilibrati, oltre che di altri fantasmi» , eppure nulla di questa scena vorticosa e incantatoria avrebbe senso se non agisse in essa lattrazione invincibile (o la ripulsa) verso qualcosa che sta di là dallumano ed è «il cuore della Natura», («un ben profondo cuore, signore; ma quanto lontano da noi!» sentiremo dire da un personaggio). Un cuore muto come appare allinizio la bellissima, misteriosa Elmina, la Chimera che i tre giovani del Nord sono venuti a incontrare, sollevati nellaria dall«entusiastico Pegaso» sul loro carro apollineo , un deserto dove solo a momenti trilla il suono del Cardillo, questo essere piccolo fra i piccoli, inerme e spietato, che «distrugge chi lo ama». Allora il cardellino che ci era apparso allinizio quale vittima di sinistri giochi infantili diventa lonnipresente Cardillo, che ci avvolge e ci sconvolge come limmensità che non conosciamo. La sua voce è destinata a rimanere per sempre nella mente di chi ha la ventura di udirla. Così sarà di questo romanzo.
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