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Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 1998
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Un romanzo appassionante e avvincente, una prosa piacevole. Una storia buona e originale, migliore rispetto all'ultima creazione "La bestia nel cuore".
Recensioni
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scheda di Lanfranco, C., L'Indice 1997, n. 6
È il legame tra sorelle, tra due diverse femminilità il tema dell'ultimo lavoro di Cristina Comencini. Maria è inquieta, impaurita da bambina come da adulta, poco incline ai colpi di testa; Isabella è temeraria, si butta nelle cose, e come da bambina esplora intrepida le erbe alte e selvatiche del giardino, così da grande gira il mondo e sceglie una vita scomposta e vagabonda. Insieme le due sorelle crescono in una famiglia della buona borghesia degli anni sessanta, insieme vivono l'avventura della contestazione, i cortei, l'occupazione delle case: ma mentre Maria, esauriti gli entusiasmi politici, sceglie di rientrare in un'apparenza di vita borghese con il figlio piccolo e di ricostruire un matrimonio sempre sull'orlo della crisi definitiva, Isabella sceglie rapporti instabili, vive lontano dall'Italia in paesi sempre diversi, ma in qualche modo mantiene un legame d'affetti con la famiglia; soprattutto con Maria, che continua ad amarla e, in qualche modo, a temerne l'irruenza, l'incapacità di elaborare un progetto di vita. Anche un amore comune, un turco un po' avventuriero e molto bugiardo che stringe una relazione prima con l'una e poi con l'altra sorella, segna la vicinanza di due donne che crescono, operano le loro scelte, diventano madri sempre l'una a fianco dell'altra, in polemica, avvicinandosi e poi di nuovo lontane, discutendo e abbracciandosi; fino a che Maria scoprirà in quella sua sorella così sventata e affascinante, e apparentemente forte e indipendente, una fragilità profonda e inguaribile, l'incapacità di stare sola, di non aggrapparsi a un uomo. La Comencini tenta meritoriamente di esplorare in questo libro il terreno opaco e delicato della sorellanza, dei fili che legano contraddittoriamente la vita delle donne: la famiglia, gli amori, la maternità, il lavoro minuto e quotidiano che una famiglia richiede. Spiace però che tale tentativo sia malamente sorretto da una scrittura spesso arrendevole alle tentazioni del retorico: descrizioni già troppo lette e sentite, e ormai un po' stantie, di cortei e assemblee, e un linguaggio pericolosamente vicino a certa letteratura confidenziale "al femminile", frenano un romanzo che poco mantiene delle sue molte ambizioni.
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