Un barone travolto dai debiti. Un prete arricchitosi con lotto e usura. Una villa vesuviana. Un morto. E un cappello, l'oggetto indistruttibile che darà vita a una serie di colpi di scena. Sono gli ingredienti del primo romanzo noir italiano. Ambientata in una Napoli per nulla pittoresca e raccontata con scrittura svelta e moderna, la vicenda si svolge a partire dall'omicidio del prete e si alimenta degli incubi e delle ossessioni del suo assassino, teso a inseguire quel cappello che sempre sembra sfuggirgli: perché "il prete avrebbe potuto, nella sua misericordia, perdonare; il cappello, no". De Marchi conduce il lettore attraverso i meandri di un raffinato giallo psicologico sfruttando gli ingredienti narrativi del romanzo d'appendice, nella convinzione che "l'arte è cosa divina; ma non è male di tanto in tanto scrivere anche per i lettori".)
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