Capolavoro d'amore
di Ruggero Cappuccio
Palermo è un'isterica, ama solo la sua sofferenza, e quando riesce a goderne trasforma il dolore in arte. Sono questi i pensieri che accompagnano Manfredi sul traghetto che lo riporta in Sicilia. Quarantatré anni ben portati, il gusto raffinato dell'antiquario e lo sguardo inafferrabile, Manfredi è tormentato e insieme nostalgico proprio come la sua città, che rincontra dopo diversi anni di lontananza. Rientra a Palermo su richiesta dell’anziano e amato zio Rolando, che con la scusa di un caffè, giorno dopo giorno, lo coinvolge nei suoi ricordi. Una vita appassionata che si intreccia alle ricerche della Natività di Caravaggio, rubata dall’Oratorio di San Lorenzo nel 1969. Tra un capitolo e l’altro del giallo che si dispiega attorno al furto del quadro, mai più rinvenuto, Manfredi deve affrontare anche i propri personali fantasmi, che ha lasciato accovacciati tra i vicoli della bellissima e spietata città. Uno fra tutti, l’amata Flavia che lo abbandonò all’improvviso, inducendolo a prendere la decisione di lasciare l’isola. Mentre la relazione con lo zio Rolando si fa via via più profonda e carica di presagi, gli incontri fortuiti con una bambina di strada, che indossa sempre un vestito giallo, fanno deragliare Manfredi verso un’inesplorata immagine di sé. La voce di Ruggero Cappuccio si insinua tra le pagine a suggerire pause e cadenze di una sicilianità antica e preziosa, ci invita a passeggiare nella città decadente che accoglie le insonnie notturne, il sapore degli amori finiti e canta la perdita umana, ma anche la vita che si rinnova e torna a chiamarci. )
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