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Nell’occasione del centenario della fondazione dei Fasci di Combattimento le Edizioni di Ar pubblicano questo libro di inediti mussoliniani. Si tra di una raccolta di lettere, cartoline e telegrammi che il Duce scrisse tra il 1908, durante la gioventù in cui era il principale esponente del socialismo rivoluzionario, e il 1942 due anni dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale. I destinatari di queste comunicazioni sono compagni di partito – sia socialisti e più tardi fascisti, ministri, rappresentanti della monarchia, uomini politici stranieri (tra cui Franco e Hitler), ma anche scrittori e artisti. Da lettura del libro si comprende come non fu Mussolini ad alimentare il culto della personalità, ma i suoi sottoposti, e venendo a sapere dell’intitolazione di strade, piazze, stadi a suo nome emanò delle direttive che annullassero tali disposizioni. Inoltre il Capo del Governo non dimenticò mai le sue umili origini, infatti in uno di questi documenti, chiese espressamente ad Agnelli, capo della FIAT, che i suoi operai avessero delle mense dignitose un tempo adeguato per rifocillarsi. Il volume è corredato da un apparato di note a cura di Duilio Susmel, curatore dell’opera omnia mussoliniana, e in una di queste, relativa all’ entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno del 1940, racconta in modo suggestivo, come il popolo italiano, quel giorno, all’ora del discorso di Piazza Venezia a Roma, abbandonò ogni attività nei campi e nelle fabbriche per recarsi nei punti di raccolta e nelle sedi del Partito per ascoltare via radio la dichiarazione dell’inizio delle ostilità: c’era un’adesione e una solidarietà totale al regime e al suo condottiero e quello fu il periodo di maggior consenso popolare al fascismo. Questa antologia poco conosciuta è consigliabile vivamente a tutti gli appassionati della storia di quell’epoca, in quanto mostra un Mussolini che governa bene e s’informa di tutti gli aspetti della vita della nazione, non dimenticando il suo mestiere di giornalista.
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