Il canto di Natale
di Charles Dickens
È il più famoso tra i racconti natalizi scritti da Dickens. Una storia che ha avuto la capacità di attingere all’immaginario popolare e a sua volta plasmarlo con forza. Per esempio, il disneiano Paperon de’ Paperoni in inglese si chiama Scrooge McDuck, come l’“avaro cattivo e senza cuore” di questo racconto. Scrooge è talmente arido da rifiutare anche il calore del Natale, per lui solo una perdita di tempo e di soldi. Sarà il fantasma del suo ex socio Jacob Marley a visitarlo per primo. Poi sarà la volta di altri tre spiriti, che gli restituiranno in rapida sequenza la visione del suo Natale passato (di quando cioè lui era un bambino solo e triste), di quello presente (quello del suo contabile Cratchit e del figlio in predicato di morte per la mancanza di cure adeguate) e infine del Natale futuro, quello della sua morte, che verrà accolta con derisione e freddezza da tutti i suoi conoscenti. È in questo momento che il vecchio avaraccio si pente dei propri comportamenti e cambia registro, ravvedendosi e finalmente celebrando in modo adeguato lo spirito del Natale, con generosità e trasporto per gli affetti familiari. Il celeberrimo racconto dickensiano, tante volte riadattato dal cinema, dalla televisione e persino dal fumetto, in una nuova, puntuale traduzione. )
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