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1995
1 gennaio 1995
218 p.
9788886480017

Voce della critica

BEETHOVEN, LUDWIG VAN, Fidelio, Ariele, 1995
BACH, JOHANN SEBASTIAN, Cantate e Oratori - I (BWW 1-40), Ariele, 1995
recensione di Gallino, N., L'Indice 1995, n. 8

Certo: quasi sempre nelle cantate di Johann Sebastian Bach la musica è troppo più grande della pletora di cuori tremebondi e anime belle che popolano leziose i libretti di Picander, Franck o Neumeister. Eppure la creazione sonora nasce "serva dell'orazione": è esegesi, poesia e preghiera autentica. È allora vitale penetrare nella sua estensione il corpus dei testi: ricomporre il mosaico con cui il geniale artigiano assembla schegge di corali, libra remoti 'canti firmi' sopra ammonizioni severe, ruba al melodramma il dittico recitativo-aria per investirlo della missione commento esegetico-meditazione mistica. L'editore Ariele offre ora, con originale a fronte, la prima traduzione italiana dei testi delle oltre duecento cantate bachiane: sacre, profane o raggruppate in cicli come nell'Oratorio di Natale. Fonte è la raccolta curata da Rudolf Wustmann per Breitkopf &Härtel nel lontano 1913 e coronata in Germania da una serqua di ristampe, ultima quella del 1982. L'edizione italiana, prevista in quattro volumetti tascabili, è preceduta da un saggio di Raffaele Mellace che qua e là cade in scrupoli semplificatori esumando categorie storiografiche rischiose ("La composizione di queste cantate abbraccia tutta la grande stagione del tarlo barocco"), ma si fa apprezzare per la puntualità con cui fissa le relazioni tra le scelte liturgico-poetiche e quelle musicali. La versione di Viviano Cavagnoli è una "line to line" che sacrifica scientemente l'eufonia e la pregnanza del dettato poetico alla resa scrupolosa d'una tavolozza lessicale mai casuale e sempre graduata nella scelta delle temperature emotive. La concordanza dei "numeri" poetici con quelli musicali, introdotta pensando all'ascolto, è condotta sull'edizione discografica completa incisa da Helmuth Rilling, e un'indispensabile appendice consente la ricostruzione delle eterogenee fonti testuali bibliche, corali, madrigalistiche che il sincretismo bachiano aduna in un gesto creativo possente e geniale.
Accanto ad altri benemeriti tasselli apparsi nella medesima collana "Libretto" - gli oratori di Felix Mendelssohn-Bartholdy e il "Freischütz" di Cari Maria von Weber -, anche il testo di Joseph Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke per "Fidelio" di Beethoven colma in un certo senso una lacuna. È ben vero che già nel 1983 Luigi Della Croce curò per gli Oscar Mondadori una dettagliata e fortunata Guida all'opera; che però comprendeva, mescolati in un inestricabile 'pastiche', versione tedesca e italiana dei brani musicali, con i dialoghi parlati offerti nella sola traduzione. Cavagnoli presenta ora con testo a fronte l'integrale del libretto 1814, preceduto da un saggio di Quirino Principe, "Unicità e solitudine di Fidelio", la cui originalità maggiore, al di là dell'ottimo taglio divulgativo, sta nella ricerca dell'archetipo della protagonista Fidelio-Leonora: dal poema di Ludovico Ariosto ai film di Martin Scorsese.

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Johann Sebastian Bach

1685, Eisenach

Compositore tedesco.La vita: da Weimar, a Cöthen, a Lipsia. Figlio di un violinista, ricevette la prima istruzione musicale dal padre e, dopo la sua morte (1695), dal fratello maggiore. Nel 1700 entrò a far parte, come soprano, del coro di S. Michele a Lüneburg, rimanendo al servizio di quella chiesa anche dopo la muta della voce, avvenuta l'anno seguente. Nel 1703 ebbe un breve incarico a Weimar come violinista nell'orchestra ducale; pochi mesi dopo divenne organista di chiesa ad Arnstadt. Nel 1707, colpito da dure critiche perché si era assentato senza permesso e perché sottoponeva a eccessive elaborazioni l'accompagnamento dei corali, si trasferì a Mühlhausen, presso la chiesa di S. Biagio. Nello stesso anno sposò sua cugina. Nel 1708 tornò a Weimar come organista di corte. Deluso nella...

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