Perché i cacciatori dell'età della pietra vivevano in un benessere quasi invidiabile? Come nacque l'agricoltura? E la guerra? Perché gli Aztechi si cibavano dei loro prigionieri e praticavano sacrifici cruenti? Cosa spinse tante culture alla sistematica uccisione delle neonate? Quale fu l'origine di una supremazia, quella maschile, che non ha alcuna giustificazione biologica? Come sorse e si radicò il complesso di Edipo? A domande come queste il grande antropologo americano Marvin Harris dà organica risposta, mettendo a frutto lunghe ricerche condotte fra le civiltà primitive e avanzate del presente e del passato, costruisce una teoria per molti aspetti originale basata su un rinnovato determinismo. Secondo Harris le diverse civiltà e culture locali si sono sviluppate e caratterizzate a seconda del loro o modo di rispondere alle effettive disponibilità delle risorse. Quando la domanda della popolazione in aumento era superiore a tale disponibilità, le culture intensificavano la produzione finché le risorse originali si approssimavano a un pericoloso esaurimento. Per sopravvivere era allora necessario agire sulla domanda, anche con mezzi radicali, e cercare altre risorse attraverso nuove tecnologie (l'agricoltura, ad esempio), dando inizio a un nuovo ciclo fatalmente portato a ripercorrere le tappe di quello precedente, nella perenne ricerca di un equilibrio possibile, in cui il rapporto costi-benefici fosse sopportabile.)
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