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La candela di Caravaggio è un libro godibilissimo sul rapporto tra l’arte e il teatro, in cui l’autore Nicola Fano – docente all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino – commenta opere che spaziano dall’antichità al dopoguerra, in una sorta di percorso ideale e personale che spesso riconduce l’arte ad una funzione di “rappresentazione” e, dunque, di “finzione” (e cos’è il teatro stesso se non rappresentazione e, appunto, finzione?). Ecco allora svelata l’importanza della prospettiva in Paolo Uccello, come in una quinta teatrale, o il differente utilizzo degli effetti di luce in Piero della Francesca e i caravaggisti, a loro modo anticipatori della illuminotecnica teatrale, o ancora l’iconografia dei dipinti di Carracci e Domenico Tintoretto che sembrano uscire dalle pagine di Shakespeare prima ancora di essere scritte. Insomma, tutto finto ma tutto incredibilmente vero, vivo, animato.