Il fascino che ha catturato e cattura i lettori – ormai milioni in tutto il mondo – dei due grandi bestseller di Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli, nasce soprattutto dalle storie: storie di uomini e donne, di amori e conflitti, di vite e destini. Ma quelle stesse storie, pur così universali, non potrebbero essere senza l’Afghanistan, che – ben più di un semplice sfondo – le contiene, le accoglie, le determina. Isabella Vaj, che Hosseini l’ha conosciuto da vicino traducendolo, è partita dai due romanzi per fare un viaggio alla scoperta della millenaria cultura del popolo afghano, tratteggiandone i miti, le leggende, la storia, le tradizioni, le ricchezze artistiche e naturali. Dall’archetipo dell’amore fatale incarnato da Laila e Majnun allo splendore dei lapislazzuli del Badakhshan, dalle lontane origini del gioco del buzkashi ai riti dell’ospitalità e della buona tavola, dai manufatti d’oro di Tillya Tepe ai buddha giganti di Bamiyan, dalle spassose barzellette sul Mullah Nasruddin agli antichi splendori del Rinascimento timuride, un invito a conoscere quello che le cronache e i reportage dei giornali difficilmente raccontano e ad apprezzare sotto una luce nuova i mille splendidi tesori ancora nascosti nei due romanzi più letti e più amati degli ultimi anni. )
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