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Dettagli

2021
21 ottobre 2021
272 p., ill. , Brossura
9788858143735

Descrizione

Il capitano Jacobs è un buon soldato, rispettoso delle gerarchie, onesto. Improvvisamente nel 1944, assieme al suo attendente, decide di passare, armi in pugno, dalla parte dei partigiani. Sceglie di combattere contro i propri camerati. Perché lo fa? Inseguendo la parabola di quest'uomo viene alla luce una grande storia dimenticata: furono centinaia i tedeschi e gli austriaci a percorrere lo stesso cammino. Un piccolo esercito senza patria e bandiera, una pagina unica nella storia d'Italia.

Sui monti di Sarzana, proprio lungo la Linea Gotica, dove nel 1944 i combattimenti infuriavano con maggiore ferocia, il capitano della marina tedesca Rudolf Jacobs, ottimo soldato, abbandonò le proprie fila. Non lo fece per fuggire da una guerra ormai persa, ma per unirsi ai partigiani garibaldini, fino a morire eroicamente durante l'assalto a una caserma delle Brigate nere fasciste. Apparentemente la sua sembra la storia di un'eccezione, commovente e coraggiosa, ma pur sempre un'eccezione rispetto alla nostra idea dei tedeschi zelanti combattenti della Germania nazista, fedeli fino al suo crollo. Eppure questa eccezione non fu così solitaria e isolata: parliamo di centinaia di uomini, almeno mille secondo le stime degli storici. O erano di più? Tedeschi e austriaci, "banditi", "disertori", "senza patria", che hanno saputo dire di no agli ordini ingiusti, che hanno rigettato la legge dell'onore e del sangue per scegliere quella della libertà e della coscienza. Partendo da tracce labili, quasi svanite – un nome su una lapide, poche righe nei documenti ufficiali, qualche ricordo dei partigiani sopravvissuti –, questo libro è un'indagine appassionata e coinvolgente che ci trascina alla riscoperta di una pagina di storia che nessuno in Italia ha mai raccontato in questo modo.

Valutazioni e recensioni

4,2/5
Recensioni: 4/5
(5)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Una storia che non conoscevo: quella dei soldati dell'esercito tedesco che optarono per la diserzione e si unirono alle brigate partigiane. La ricostruzione dei personaggi ed eventi è abbastanza agile e pur rigorosa. Il tema di fondo che dovrebbe essere sempre alle nostre coscienze è questo: nei frangenti drammatici si chiede alla nostra coscienza di operare delle scelte. Che saranno drammatiche eppure moralmente inevitabili. Beati quelli che - come me - vissero e vivranno in tempi di pace.

Recensioni: 5/5

Greppi unisce tre elementi in un congegno quasi perfetto: lo stile godibile del narratore, il rigore scientifico dello storico, e, soprattutto, le domande giuste rivolte al lettore, costretto a chiedersi, anche lui, cosa farebbe, se si trovasse dalla parte sbagliata, ma con la coscienza saldamente orientata nella direzione giusta, e con un prezzo da pagare per seguirla. E cioè quel che ci capita spesso, ultimamente. Gran bel libro.

Recensioni: 5/5

Il buon tedesco è un libro complesso perché durante il dipanarsi delle storia si pone molte domande sul concetto di "disertore", "traditore della patria", sul senso della parola "patriottismo", "giustizia", "onore" e "libertá". La figura centrale é quella di Rudolph Jacobs, un tedesco di Brema che negli ultimi mesi del conflitto bellico si affianca alla resistenza della brigata Muccini. I compagni ammirano il suo ardore e la sua vocazione ed ancora oggi coloro che lo hanno conosciuto ne serbano un caloroso ricordo. Il libro fa riferimento a molti altri studi, saggi e documentari. Ricca la parte delle note per ulteriori approfondimenti.

Recensioni: 5/5

Il libro mi è piaciuto, anche se in alcuni tratti a mio avviso l'autore divaga troppo per parlare di altre storie, che fanno un po' perdere di vista quella principale.