L'argomento si sviluppa partendo da uno schema classico, considerando in primis riferimenti storico-letterari, per poi passare ai soggetti, agli ambiti e alle tipologie di bullismo. Il testo prosegue con il rapporto tra bullismo, mobbing e nonnismo, spesso esaminati parallelamente e, a volte, distinti solo per il luogo in cui si svolge la condotta. Un richiamo particolare va al tema dell'aggressività, anche attraverso la citazione di indagini psicologiche e sociologiche. Seguono cenni all'omosessualità e al collegamento tra i comportamenti omofobici e i crimini d'odio. Quindi, altri comportamenti di matrice bullistica, nello specifico la criminalità da strada, le baby gang, i baby serial killer e il razzismo bullizzante. La seconda sezione del testo si sofferma sui rapporti tra il bullismo, il cyberbullismo e il cybercrime, con riferimenti al Metaverso e al Deep web. Il passaggio dal bullismo al cyberbullismo non può prescindere dagli effetti delle tecnologie digitali sul comportamento giovanile. Di fatto, la comunicazione globalizzata, che apre verso un universo parallelo a quello reale e il cambiamento sociale sono in parte responsabili di atteggiamenti poco empatici e di relazioni interpersonali distanti (si veda, solo per fare un esempio la Sindrome di Hikikomori). L'ultima tranche si concentra su devianza e giustizia, con particolare riguardo alla devianza minorile e alla recidiva nel minore. Infine, gli aspetti della devianza minorile e le sue differenze rispetto alla manifestazione precoce di una criminalità adulta. Il richiamo va, nello specifico, alle teorie biologiche e sociologiche: partendo da Lombroso, per poi arrivare a Freud fino ai nostri giorni e agli approfondimenti di teorici americani ed europei. Quindi, vengono approfondite proposte di prevenzione, controllo e interventi di recupero per arginare questo fenomeno così iniquo e diffuso, già accennate nel corso del testo. Il tentativo è quello di vedere il bullismo da una angolazione più ampia. Considerando come ambito privilegiato della condotta non solo la scuola, ma anche la strada e tutto il contesto sociale. Sottolineare che il bullismo non è il proba- bile terreno su cui si costruisce la criminalità adulta ma potrebbe, comunque, diventarlo.
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