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Bugie è il secondo romanzo di Elke Naters. Come in Regine (1988; Bollati Boringhieri, 2000) due amiche sono al centro della scena. In questo caso è però abolito ogni dialogo ed escluso ogni confronto. La voce è una soltanto: quella dell'io narrante. Solo a uno stadio piuttosto avanzato del racconto ne conosciamo il nome (Augusta), l'età (27 anni) e qualche particolare di vita: ha ripreso a studiare e sta scrivendo una tesi, un'infelice storia d'amore le ha tolto serenità. Be, la sua migliore amica, prende forma a poco a poco, nel corso di un monologo che si snoda per quindici capitoli tra episodi di vita quotidiana, ricordi del passato, riflessioni sui comportamenti propri e altrui fatte con un linguaggio semplice, che resta sempre ostinatamente in superficie. Sullo sfondo, una Berlino che potrebbe essere una qualunque altra città tedesca, e una vita che scorre tra serate in birreria, sesso fatto sperando di non ritrovarsi qualcuno accanto al risveglio e una generale insoddisfazione. La dimensione sociale non esiste: lo sguardo è rivolto solo e con insistenza al piccolo orizzonte personale. A un certo punto qualcosa di inaspettato accade: Be si è innamorata di una donna e lascia con i due figli la casa che condivideva con il compagno Karl. L'evento è presagito in modo indistinto e poi commentato diffusamente da Augusta, che reinterpreta attraverso di esso tutto il proprio lunghissimo rapporto di amicizia. Le bugie sono quelle che Be racconta sistematicamente a se stessa e agli altri, convinta che siano sacrosante verità? Quelle con le quali è capace di volgere qualunque situazione a proprio vantaggio? O bugie sono piuttosto quelle di cui si sostanzia la lunga chiacchierata di Augusta? Di Elke Naters, che attualmente lavora e vive a Bangkok, oltre a Bugie e Regine si può leggere in italiano un contributo apparso nell'antologia Da dove vengono le storie? 9 nuovi scrittori (Lindau, 2000).
Monica Guerra
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