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Come ci si può lamentare che il teorico della decrescita sente di predicare nel deserto e contemporaneamente chiamare “risorse aleutiche” il pesce ? Come può l'uomo della strada sentire la necessità della decrescita come problema concreto, quando chi la sostiene si arrocca su posizioni da casta intellettuale ? Lo scopo di un libro del genere non é forse “seminare” ? Detto questo il mio “raccolto” é stato di 18 concetti, che mi sono sembrati originali e che cercherò di tenere a mente per i miei comportamenti futuri.
In realtà, ad esser definito tale era un vecchio articolo del tagliente economista-filosofo Latouche. Tuttavia, la stessa spiegazione varrebbe per questo ingegnoso "petit traité", nel quale, con rara perspicacia, viene presentata una sorta di apologia della terminologia connessa alla decrescita, dell'ecologia, del socialismo e dell'umanesimo ma, innanzitutto, della battaglia delle parole e delle idee, della quale l'uomo deve continuare ad essere fautore. Ed è l'uomo la leva, con la quale smuovere mondi politici immobili o stringenti o con la quale creare un mondo eco-sostenibile ed antropocentrista. Una brillante analisi del mondo del lavoro e della globalizzazione, "parossismo della modernità", con un vigoroso stile, seppur presentante qualche passaggio un po' eccessivo ed abbastanza noioso. Nonostante ciò, l'utopistico programma tratteggiato c'est bon!
Spesso non siamo consapevoli che in questa direzione la socetà non può più continuare ad andare avanti. Bisogna fermarsi, anzi, fare qualche passo indietro. Mi ha interessato molto la tematica che mette in scacco pure lo sviluppo sostenibile, una nuova tendenza per mascherare il vero problema da risolvere: lo sviluppo infinito in pianeta finito.
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