L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il visionario Terry Gillian è un genio, non ci sono altre parole per descriverlo e credo fortemente che questo sia un capolavo. L'attore protagonista Jonathan Pryce (conosciuto per aver interpretato il padre di Elisabeth nei film dei pirati dei caraibi o L'alto passero nella serie del trono di spade) si ritrova in un mondo futuristico e malsano caratterizzato da un'architettura dall'aspetto post-moderno monumentale che genera degli spazi asfissianti in una città caotica e malsana. La storia è intricata, interessante e bizzarra ma la particolarità sta proprio in questo e nella maniera in cui il tutto viene raccontato in minuziosi e specifici particolari che ci permettono di approfondire anche uno studio quasi sociologico/antropologico.
Onirica, surreale e bizzarra metafora contro le dittature di ogni genere. Terry Gilliam, anima più creativa e folle dei Monty Python, da vita ad un film davvero "fantastico" da vedere.
Perché sarebbe di fantascienza? Meglio definirlo fantastico ambientato in un futuro prossimo con retroscienza. Il cosiddetto humor inglese accoppiato ad una società tutta dittatura ossessiva, burocrazia e venialità si concretizza in un film lucidamente folle. Non è particolarmente brutto o bello, è particolare e un po' noioso. E a peggiorare il tutto c'è un finale indecifrabile. Guardare Brazil è un'esperienza, più che guardare un film. Non a caso è noto come il secondo film della cosiddetta "trilogia dell'immaginazione". Il titolo viene dal brano Aquarela do Brasil, una musica dolce, utilizzata costantemente e in tutti i modi nel film, dalla soundtrack ai suoni del film (radio, fischiattata, cantata), in un contrasto surreale.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore