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Un libro piacevole, che si legge d'un fiato... E che mi ha fatto scoprire le imprese del ciclista mio omonomimo nonchè mio compaesano..
Ottavio Bottecchia, primo italiano a vincere il Tour de France, nel 1924, ripetendosi l'anno dopo, e primo a tenere la maglia gialla dalla tappa iniziale fino all'arrivo a Parigi. Classe 1894, nato a San Martino (Veneto), arruolato nel reparto ciclisti dei Bersaglieri durante la Prima guerra mondiale, rischia la vita e ne esce grazie a molto coraggio e astuzia. Come altri connazionali in cerca di lavoro emigra in Francia, dove sente parlare del Tour de France: una specie di inferno in terra, dove si corre per quasi seimila chilometri in qualunque condizione atmosferica, scalando montagne leggendarie. Sadismo puro per alcuni. Per altri invece una corsa all'oro: se si arriva a Parigi, c'è la possibilità di tornarsene a casa con un bel pò di soldi. E' per questo motivo che accetta la proposta di partecipare al Tour. Lo ingaggia, come ultima scelta, l'Automoto la più forte squadra francese, che doveva aprire una filiale a Torino. Persona semplice e taciturna, non fa' grande impressione. Si dimostra un ciclista formidabile, anche grazie alle tecniche apprese da Ganna (il primo vincitore del Giro). Per sei giorni in maglia gialla, alla fine però vince l'idolo locale, Henry Pelissier. Sommerso dagli inviti degli organizzatori di altre corse, Bottecchia, vince la classifica finale nel '24, entrando nella leggenda con la vittoria nella tappa Bayonne-Luchon, con quattro montagne da scalare, tra cui il Tourmalet. Le sue vittorie e la celebrità sono motivo di vanto per i tanti italiani emigrati in Europa e in America. Nel '25 vince ancora il Tour nonostante i tanti ostacoli posti da Desgrange. Si ritira invece alla edizione del '26, a cui partecipa, senza troppa voglia, solo per l'ingaggio stratosferico. Muore nel '27, durante un allenamento, seppure le circostanze desteranno dubbi e incertezze. Il libro evidenzia la parte sportiva della sua carriera. E' soprattutto la storia, insieme sorprendente e tragica, di un italiano del popolo, che si chiama Ottavio Bottecchia. (Ninni Radicini - autore della newsletter "Kritik")
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