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Anno edizione: 2019
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“ Il boia “ di Eduard Limonov, edizioni Sandro Teti, è stato scritto dall'autore e pubblicato solo in Francia negli anni '80 e successivamente in Russia, ottenendo uno straordinario successo di vendita. Limonov, come tutti i grandi romanzieri russi, crea un romanzo attorno a un unico personaggio, Oscar, e su un tema essenziale che in questo caso è l’ascesa del protagonista, nella società bene di New York, grazie al sesso. L’editore Sandro Teti lo ripropone ora ai lettori italiani: “Il boia”, già dal titolo e dalla copertina inquietante, non è un libro facile da leggere (e nemmeno da digerire). Oscar è un immigrato polacco trentenne che aveva aspirazioni letterarie a cui ha rinunciato senza nemmeno provare a scrivere, e ora vive alla giornata a New York. Quando incontra un ricchissima donna dell’alta società, che lo coinvolge in una relazione sessuale sadomaso, Oscar comprende quale è il suo posto a New York: diventerà il “boia” della donne, utilizzando il sesso sadomaso a pagamento. Un romanzo crudo e verista.
Limonov è molto più di quanto ha scritto Carrere. La pubblicazione delle sue opere in italiano è un fatto di cui tutti i lettori dovrebbero gioire. Il Boia è un romanzo noir che racconta la carriera dell’immigrato polacco Oscar Chudziński come Master nella New York degli anni Ottanta. La scrittura a tinte fosche di Limonov riesce come poche altre a rendere lirici anche gli anfratti più oscuri della psiche umana. Non si risparmia al lettore alcun dettaglio. Le descrizioni e le vicende per qualche lettore risulteranno sicuramente indigeste, ma si tratta pur sempre di Limonov.
Vergognoso. Noioso e stereotipato. E' finito nel cassonetto molto prima di terminarlo
Recensioni
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Chi è Oscar, il protagonista de Il Boia (296 pagine, 16 euro) di Eduard Limonov, edito da Sandro Teti Editore, tradotto da Federico Pastore? È Oscar il Potente, il Timido, il Ghignante, il Vittorioso, il Crudele, il Malvagio? O è solo un triste, tristissimo uomo innamorato e non ricambiato, ricco, ma non libero? Chi è davvero costui che si aggira in quella super-città che è New York, agghindato con una maschera di cuoio borchiato e armato di fruste e dildo? Cosa si nasconde dietro questo emigrato polacco, arrivato senza soldi in America e piano piano elevatosi a Conquistatore? Sì, un conquistatore di culi e fiche rigorosamente benestanti, votate al martirio sadomaso e sottomesse a quest’uomo forte che promette loro performance sessuali border-line e un alto tasso adrenalinico.
Va tutto bene al vecchio Oscar: l’incontro con alcune facoltose donne gli garantisce soldi. E poi fama, tanta fama. La fama del “ Boia”, negli ambienti che contano, in quelli dove scrittori, industriali, giornalisti e fotografi bazzicano tra una cena nella Fifth Avenue o un cocktail in qualche loft vista Manhattan. Tutte lo cercano, tutte lo vogliono. Gira voce che ci sappia fare, che sappia far godere una donna come nessuno. Genevie prima, ma anche Gabrielle e poi Diane, ognuna in qualche modo cade ai suoi piedi. C’è un ardore in lui che non lascia scampo.
Però Oscar ama solo Natasa, una russa mozzafiato che ricambia a modo suo, senza un legame stabile, in un gioco perverso di distanze, promiscuità e sottrazioni. Ha tutto Oscar, ma in fondo non ha niente. La sua vita dipende dai capricci di queste ricche signore annoiate dell’alta società statunitense. Limonov insiste molto su questo tasto: la ricchezza ti da molto, ma ti toglie anche tanto. Il controcanto di Oscar è Jacek, suo conterraneo e spina nel fianco, per quel continuo giudicarlo immorale e addirittura malvagio. Il sesso e le sue perversioni, paradigma di un ambiente elitario e svuotato di ogni valore, sono un’abbuffata di cui Limonov abusa. A un certo punto la noia di Oscar il Boia, che guarda al suo futuro con una certa apprensione, diventa anche la noia del lettore. C’è da apprezzare il taglio volutamente trasgressivo di questo romanzo che, ricordiamocelo, fu scritto quasi quarant’anni fa. Oggi, se non proprio un testo da educande, rivela comunque una flessione nella sua capacità di imbarazzare la morale corrente. È però sempre fresco e piccante il finale enigmatico che diventa sponda per le molte interpretazioni applicabili a questo libro. E che lo consacrano, inevitabilmente, a fatale romanzo giallo.
Recensione di Alessandro Orofino
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