Con questo omaggio a Boccioni prefuturista, nei diversi soggiorni padovani, la città si riappropria di un’illustre memoria nota agli studiosi, ma ignorata sia dagli stessi padovani che dal grande pubblico degli amatori d’arte. Vengono così ricostruiti puntualmente la biografia e gli intrecci di relazioni e di interessi che Boccioni aveva in città, consentendo in tal modo di ritessere e dare nuova consistenza a quel tratto di vita dell’artista (1900-1907) diviso tra Roma e Padova, prima dell’ultima e definitiva parentesi milanese e futurista.Boccioni (1882-1916) arrivò a Padova con la famiglia all’età di sette anni e ripartì con il padre, impiegato di Prefettura, per Catania (e poi per Roma) a sedici. Boccioni tornò a Padova ogni anno e nell’autunno del 1906 si fermò sei mesi, dipinse soprattutto ritratti e iniziò il suo fondamentale diario, detto appunto "padovano". Il volume ricostruisce il contesto cittadino nel quale acquistano evidenza i soggetti che hanno attraversato la vicenda padovana di Umberto Boccioni a partire dalle presenze fondamentali della madre, della sorella, dell’amata Ines e della cugina pittrice Adriana Bisi Fabbri. In questa ricostruzione Padova appare veramente “città materna”, votata agli affetti e alle presenze femminili. Nella sfera più pubblica e lavorativa Boccioni intrecciò rapporti non superficiali con affermati professionisti cittadini che ritrasse in un originale versione di post- impressionismo, energico e fortemente espressivo, circoscritto a quel periodo: l’avvocato Gopcevich, il dottor Tian, i fratelli Brocchi e il cavalier Tramello.Il catalogo pubblicherà per la prima volta in modo esteso e documentato le novità emerse nelle ultime fortunate ricerche su Boccioni padovano e si comporrà per capitoli intesi come “ritratti” dei personaggi che animano lo scenario padovano intorno alla presenza, assai più consistente di quanto si pensava fino ad oggi, di Umberto Boccioni. I documenti ritrovati (stato famiglia, registro della cresima, fogli di leva, domicilî, articoli di giornale) consentono infatti di datare circostanze biografiche che mostrano come il pittore a Padova fosse di casa, come gli ambienti culturali cittadini fossero ben informati della sua presenza, nonché incuriositi dalla sua eccentricità, sia dal punto di vista esistenziale che artistico.Padova, Galleria Civica d’Arte Contemporanea31 ottobre 2007 – 27 gennaio 2008
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