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Binari - Giorgia Tribuiani - copertina
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Binari - Giorgia Tribuiani - copertina

Descrizione


«I brevi, secchi capitoli di questo romanzo ci portano con spietatezza in una tragedia senza via d'uscita, vale a dire la scena in cui la persona suicida attende l'impatto. Il trauma persistente però è quello del conducente del treno, che nulla può contro l'approssimarsi ineludibile dello schianto, a dispetto di tutti i tentativi previsti dal protocollo d'intervento. La vita perduta del suicida si insinua nella vita del conducente come un elemento annidato nel profondo. I capitoli lineari e crudi in cui si ingrana questa tragedia si alternano ad altri capitoli in cui vediamo il traumatizzato cercare di gestire, nella sua vita che invece si protrae, questo suo perturbamento che gli è calato nell'intimo». Postfazione di Dario Voltolini.
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Dettagli

2022
28 ottobre 2022
80 p., Brossura
9788877572967

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Vite che sono la tua
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"È opportuno che adesso si provi molta pena, per lui, o che almeno ci dispiaccia, perché da questo momento, e cioè il momento in cui l'occhio del macchinista riesce a captare sulla rotaia il corpo del suicida, quella distanza minima che permette alla vista di individuare un pericolo - così è stimato, così gli hanno detto - non è già più sufficiente ai freni per arrestare il treno: in altre parole, se come lui siete alla guida di un treno e riuscite a vedere una ragazza camminare sul binario, o correre, o sedersi, o magari raggiungere la linea gialla con l'intenzione cristallina di superarla, avete già perso ogni speranza di salvarla." (p.7) Una locomotiva che pesa 80 tonnellate e viaggia a 120 km orari ha bisogno di 600 m e 18 secondi per fermarsi...impossibile evitare quel corpo in piedi al centro del binario. Difficilmente, infatti, il suicida si sdraia perché oramai sanno che in quel modo alle volte ci si salva miracolosamente. È sempre consigliabile, per il macchinista, chiudere gli occhi per evitare che la scena si imprima per sempre sulla retina. Che rumore producono i corpi dei suicidi nel momento dell'impatto? Dipende dalla posizione che hanno deciso di tenere poco prima di morire. Giorgia Tribuiani con una capacità chirurgica ci porta a guardare nell'abisso ed esplorare un buco nero che nessuno di noi vorrebbe mai conoscere. Un punto di vista inconsueto e originale: il trauma subito dalle persone che, guidando il treno, vedono comparire davanti a loro il suicida e che, pur non avendone, subiranno un senso di colpa per responsabilità. "Quando guardi a lungo in un abisso, anche l’abisso ti guarda dentro." (Nietzsche).

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Giorgia Tribuiani

È nata ad Alba Adriatica e vive a Pescara. Dopo la laurea in Editoria e giornalismo e un master in Marketing e comunicazione, ha collaborato con testate giornalistiche e agenzie di stampa e curato la comunicazione online per alcune multinazionali. Attualmente lavora come docente di Scrittura creativa presso la Bottega di narrazione, diretta da Giulio Mozzi. Ha esordito nel 2018 con il romanzo Guasti, edito da Voland. Con Fazi Editore, nel 2021 ha pubblicato Blu.

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