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Ma perì davvero nella guerra tra Cesare e l'ultimo dei Tolomei la maggiore biblioteca del mondo antico?
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Bellissima lettura. Mi sono trovata a studiarla per la tesi all'università e pensavo fosse uno di quei saggi interessanti ma un po' noiosetti. E invece l'ho trovata una lettura affascinante e appassionante, che mi ha catturata come se fosse un romanzo. Anche se non conoscete la storia precedente e vi avvicinate a questo argomento per la prima volte non ne rimarrete delusi. Probabilmente sarà un trampolino di lancio per approfondire l'argomento.
“La biblioteca scomparsa” è una storia della Biblioteca di Alessandria, raccontata con grande attenzione per le fonti storiche, ma contemporaneamente in modo avvincente. Una grande cura e una buona porzione del libro sono dedicate alle teorie sulla distruzione della biblioteca, circostanza ancora oggi misteriosa. Canfora da grande studioso cerca di ricostruire la verità, presentando la sua versione dei fatti alla luce del confronto tra varie fonti. Il risultato è un saggio molto interessante per tutti gli amanti e gli studiosi del mondo classico, ma può essere un testo perfetto anche per tutti i bibliofili curiosi.
Dispiace vedere come un cattedratico ignori fonti storiche, numerose e concordanti, che stabiliscono l'impossibilità della distruzione della regia biblioteca d'Alessandria da parte degli arabi... E' sufficiente una breve ricerca su internet per venire a conoscere tali fonti storiche e le numerose analisi e studi che relegano la vexata quaestio tra le fake news della storia antica. In conclusione, un testo smentito prima ancora di essere scritto...
Recensioni
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scheda di Cases, C., L'Indice 1987, n. 1
La famosa biblioteca di Alessandria, ricca di 700.000 volumi (molti peraltro sembra fossero già andati perduti), fu bruciata nel 640 d.C. dopo la conquista della città, per ordine del califfo Omar, convinto che l'unico libro utile fosse il Corano (pare che avesse addirittura impedito a Maometto di scriverne una continuazione, per evitare doppioni). Secondo un'altra versione la biblioteca sarebbe già perita ad opera della flotta di Giulio Cesare, che avrebbe assistito indifferente al rogo, mollemente sdraiato accanto a Cleopatra. Canfora dimostra che quello andato in fumo in questa occasione era un deposito di libri forse destinati a ricchi compratori romani, non la biblioteca regia. Responsabile del delitto resta Omar. Canfora conduce l'indagine con la solita perizia, evocando dal variopinto mondo ellenistico tutti i testimoni possibili, compreso un gatto egiziano ammazzato da un cittadino romano, giustiziato a sua volta a furor di popolo dagli egiziani inferociti. Può darsi che da un supplemento d'istruttoria risulti che anche questi delitti non erano casuali. Forse il gatto aveva importanti informazioni sulla biblioteca, ma gli hanno chiuso la bocca, eliminando poi il killer come sempre in questi casi.
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