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Un testo straordinario che racconta una vicenda intellettuale estremamente interessante e avvincente svoltasi nei secoli XVII e XVIII, i cui protagonisti, che afferivano alla cosiddetta “Repubblica delle Lettere Arabe”, uno dei momenti più significativi della storia dell’ “Illuminismo globale” , si può dire, a mio avviso, che contribuirono alla edificazione di quella che potremmo definire una grande Biblioteca Orientale virtuale, costituita da tante reali biblioteche di testi arabo-islamici, principalmente in arabo, turco e persiano, che erano disseminate per mezza Europa. Un insieme di intellettuali cristiani, sia cattolici che protestanti, eredi di una lunga e vasta tradizione di studi umanistici che era fiorita sulla scia dei conflitti religiosi e delle divisioni confessionali, si approcciarono alla religione e civiltà arabo islamica in un modo totalmente nuovo, rivoluzionario. Cercarono di attingere informazioni e conoscenze direttamente dalle fonti arabo islamiche, dando nuove chiavi interpretative di un mondo, di una realtà così vicina-seppur lontana, sì da sgombrare il campo dalla quasi totale ignoranza che, per secoli, aveva caratterizzato il rapportarsi del mondo cristiano-latino a quello arabo-islamico. L’impegno e la dedizione dell’intera esistenza di studiosi come: Pococke, Marracci, d’Herbelot, Simon, Galland, Renaudot, Reland, Ockley, Sale e Reiske, oggi per lo più dimenticati, donò al mondo occidentale una nuova visione dell’islam, decisamente più vera e rispettosa della realtà dei fatti, che da quei secoli si è protratta a lungo nel tempo. A testimonianza di ciò, basti ricordare come “The Koran” di George Sale sia stato, nel mondo anglofono, la traduzione di riferimento del testo sacro dell’islam fino al secolo scorso. L'autore ci ha donato un autentico scrigno di erudizione.
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