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Quattro classici, quattro giganti del fantastico perturbante, dal maestro M.R. James, sino al grande "bitter" Bierce e al meno celebre E.F. Benson, e per finire il racconto del duo francese Erckman - Chatrian (probabilmente lo scrittore era solo Erckman, mentre l'altro si occupava di questioni editoriali e promozionali), L'occhio invisibile, un vero gioiello di narrativa dell'immaginario, storia in seguito spudoratamente plagiata dal grande scrittore tedesco H.H. Ewers (Il ragno).
“La Biblioteca di Lovecraft” è un’antologia contenente quattro racconti dell’orrore, acclamati dallo stesso Lovecraft. Sono scritti da autori differenti e ci presentano situazioni molto diverse l’una dall’altra ma hanno tutte un punto in comune, molto caro anche al nostro scrittore di Providence: il turbamento che scatenano nel lettore nasce da quello che non viene raccontato. L’oscurità si nasconde nelle reticenze, nei mostri che la nostra stessa mente crea. ⠀ Il volume è un gioiellino, curato ed illustrato con un tratto tagliente che si perde in mezzo alle parole. ⠀ Visto che i racconti sono quattro, di seguito lascio una breve recensione per ognuno di essi. ⠀ ⠀ “Il luogo ideale” (A. Bierce): questo racconto ci regala un orrore che proviene dalle parole, uccidendo con la stessa maestria della lama di un coltello. L’ambientazione della casa abbandonata è sempre affascinante, come il segreto che si nasconde dietro la trama, ma è stato il racconto che mi ha colpita di meno ⠀ ⠀ “Il Volto” (E.F. Benson): un incubo ricorrente e un volto che inseguono la protagonista da sempre, avvicinandosi a lei di più, sempre di più. Ho adorato l’intreccio di questo racconto e, se chiudo gli occhi, riesco ancora a vedere i fotogrammi di quell’incubo rincorrersi nella mia testa ⠀ ⠀ “Il Conte Magnus” (M.R. James): il mio preferito in assoluto. Il racconto ci porta sulle tracce di un misterioso lord scandinavo e del suo passato maledetto, che affascina e intrappola un malcapitato viaggiatore. Suggestivo e letale ⠀ ⠀ “L’occhio invisibile” (Erckmann e Chatrian): magnifico e perturbante, il giusto modo per concludere questa raccolta. Un artista, una vecchina e una stanza maledetta. Lo scorrere della trama mi ha catturata, facendomi rabbrividire in maniera delicata e lasciandomi un buco in mezzo al petto
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