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Recensioni Bestiario nazista. Gli animali nel Terzo Reich

Recensioni: 5/5
«Il libro del momento, perché insegna a prestare attenzione al linguaggio di chi arriva al potere e mira a distruggere l’esistente.» Berliner Morgenpost - Cosima Lutz «Un libro sugli animali non è mai stato così politico, la follia razziale mai così evidente, fin nel più piccolo dettaglio. » Die Zeit - Nora Voit «Affronta questi temi, offrendo risposte sorprendenti e originali, il saggio di Jan Mohnhaupt [...] che fa luce su una parte molto poco conosciuta della storia del nazismo, confermandone le aberrazioni e smontando anche alcuni miti sulle presunte “cose positive” del regime. » Corriere della Sera - Paolo Valentino Possono gli animali spiegare la bestialità del potere? In questo saggio, lo storico tedesco Jan Mohnhaupt scopre un capitolo trascurato della storia del nazionalsocialismo, quello degli animali nella vita quotidiana e nell’ideologia della dittatura. Fonti e documenti per lo più inediti raccontano il modo in cui la propaganda utilizzava gli animali per sostenere la superiorità ariana e fomentare l’odio razziale, fra uomini che diventano bestie, bestie assurte a uomini, animali padroni e animali schiavi. Le aberrazioni naziste vengono analizzate attraverso la lente di una categoria animale: dal lupo come principio totemico ai leoni di Göring, dai gatti «infedeli quanto gli ebrei» fino ai maiali dominatori, dai milioni di cavalli impiegati sul fronte orientale fino ai coleotteri utilizzati come arma bellica. Diari, manuali scolastici, riviste d’epoca mostrano la glorificazione dei bachi da seta, che dovevano sostenere la produzione tessile del Reich, e quella dei cervi, simbolo della primigenia foresta germanica, mentre pidocchi e pulci venivano raffigurati con i colori delle bandiere nemiche. Questo tema storiografico offre un’originale chiave di lettura che fa emergere aspetti poco conosciuti della persecuzione razziale. Mohnhaupt, inoltre, sfata il mito ancora in voga del nazismo come ideologia «animalista», portando alla luce le sue folli contraddizioni. In queste pagine, molto intense eppure mai scabrose, si dispiega tutta l’assurdità del potere insieme alle insidie, sempre in agguato, del suo linguaggio. Una riflessione che ci porta fino ai nostri giorni. )
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