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Con questo saggio, che richiede al lettore di scavare oltre gli strati accumulati dalla tradizione, l'Autore si concentra sulle conseguenze dell'ingresso nella modernità per l'etica credente. Nella seconda parte offre puntuali riflessioni sul perché la fede cristiana sia diventata così difficile da trasmettere alle nuove generazioni. Il divario tra il pensiero moderno e quello del passato è diventato troppo profondo e la Chiesa non può allo stesso tempo riconoscere e negare l'autonomia dell'uomo e della società. Prendendo come fonte d'ispirazione il teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer, eroe della resistenza al nazismo, Lenaers sostiene la necessità di una fede totalmente moderna. E questo implica precise conseguenze per l'etica, per l'interpretazione della Bibbia e per la liturgia.
Questo libricino è immenso nel contenuto e anche poche pagine del medesimo sono in grado di suscitare riflessioni importanti. Il Lavoro si pone in successione di idee con la Teologia di Karl Rahner ( gesuita al pari di Lenaers) e rappresenta lo sviluppo inevitabile sia dei principi espressi dai documenti del Concilio Vaticano II che della recezione critica delle teorie c.d moderniste. Centrale nello scritto è la contestualizzazione della figura del Cristo: << Ma non dobbiamo idealizzare Gesù o attribuirgli onniscenza e onnipotenza, dobbiamo piuttosto riconoscere in lui anche limiti >> quelli che derivano all'Emmanuele dalla sua natura di Verbo incarnato nella condizione umana.
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