Le prostitute sono sempre state protagoniste e ispiratrici delle opere d’arte anche nella nostra epoca. Dalla prostituzione sacra del mondo antico fino ai giorni nostri, la figura della prostituta nelle sue varie accezioni e letture ideologiche, è stata sempre all’apice dell’attenzione degli artisti. Al centro c’è sicuramente il fascino indiscreto del peccato e del peccaminoso, la trasgressione di una sessualità non ipocrita e dichiarata. Ma c’è anche l’enigma della bellezza che casta non può mai essere se non nelle pieghe e nelle volontà della religione, che periodicamente ha tirato i freni sui concetti di lascivia e di perdizione. La figura della Maddalena è stata sicuramente la più indagata e rappresentata, ma il libro mette in luce anche figure meno note come la dotta Aspasia, amante ed ispiratrice di filosofi o l’etèra Frine, la prima modella ufficiale della storia, che posò per lo scultore Prassitele donando il proprio volto a Venere, o ancora Rhodopis concubina egiziana, la sua storia, oltre a ispirare artisti, divenne l’archetipo della fiaba di Cenerentola, oppure la stessa Cleopatra vista al di fuori del suo tempo, come una donna seduttrice che non poteva che condurre alla perdizione Giulio Cesare e Antonio. Ma progressivamente la figura della prostituta diventa sempre qualcosa di più autonomo dalle credenze religiose e dal Rinascimento in avanti si fonde con la figura della modella, personaggio fondamentale della storia dell’arte che mette a disposizione dell’arte e degli artisti il proprio corpo e la propria bellezza. Da Toulouse-Lautrec in avanti le seduttrici per professione o per passione, si fondono con la vita degli artisti. La bohème mette tutto insieme, la diversità di una vita senza pregiudizi e “la sensualità delle vite disperate”. Dalla musa Kiki di Montparnasse alla sessualità come arma di offesa di Valie Export il Novecento compie un’ampia rivalutazione del peccato, come strada maestra per un cambiamento nella figura della donna e della prostituzione. Il terzo Millennio eredita questa libertà e la trasforma attraverso il mondo digitale e i social media in un esperimento aperto alle identità sessuali e il commercio anche virtuale del proprio corpo.
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