Come molti altri racconti della tradizione folklorica europea, ancheLa Bella Addormentata– una fiaba la cui vitalità non accenna a diminuire – ha remote origini orientali. La sua prima incarnazione occidentale (la storia di Troilo e Zellandina, tratta dalRoman de Perceforest) è del XIV secolo. Da allora la fiaba subisce una lunga serie di trasformazioni, che riflettono i mutamenti sociali, culturali e religiosi dei diversi paesi europei fino ai nostri tempi. Il motivo comune è quello di un sonno simile alla morte che s’impadronisce dell’eroina, fino a quando non ne viene liberata dall’intervento di un uomo, re, principe o cavaliere. La protagonista è sempre un modello di bellezza e di virtù, e l’unione definitiva con l’uomo che ha saputo farla rivivere costituisce il premio accordato dal destino ai suoi meriti e il trionfo del bene sul male. Per il resto, dalle prime versioni medievali qualiFratello di Gioia e Sorella di Piacerea quelle del periodo della Controriforma, daSole, Luna e Talia del Basile, già tradotta dal dialetto napoletano da Croce, aLa Bella Addormentata nel Boscodi Perrault o aRosaspinadei fratelli Grimm, al di là delle notevoli differenze di contenuti e di stile, quello che si nota maggiormente è la crescente eliminazione dei dettagli più erotici o parodici. La deflorazione della bella dormiente diviene sempre più allusiva, il racconto viene epurato e talvolta edulcorato, mentre si sottolinea la «passività» dell’eroina e si esalta la «morale della favola». Si profila all’orizzonte Walt Disney. Il ricco apparato iconografico che coreda i testi è stato scelto da Paola Pallottino, docente dell'Università di Bologna.)
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