Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, dal locale presidio tedesco viene intimata la resa agli 11.500 uomini della Divisione Acqui, di stanza sull'isola greca di Cefalonia. Gli ufficiali italiani decidono di non arrendersi, dando così vita, in modo tanto tragico quanto spontaneo, al primo atto della Resistenza armata. Per otto giorni riescono a fronteggiare il nemico, prima di venire sopraffatti. Una parte di loro cade in combattimento, altri 6500 vengono trucidati dopo essersi arresi e altri 1300 muoiono annegati dopo essere stati imbarcati su navi da trasporto che si imbattono nelle mine disseminate nello Ionio. Questo lo spunto da cui prende avvio «Bandiera bianca a Cefalonia», il cui protagonista, figlio di un ufficiale italiano vittima dell'eccidio, cerca di riannodare l'intera vicenda. Giocato su un doppio piano temporale, il presente della ricognizione a Cefalonia e il passato della rievocazione storica, il romanzo ricostruisce quelle drammatiche vicende.)
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