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Un quasi-romanzo dal ritmo altalenante, a volte trascinante, ma altre un po' lento, come forzato, che più volte ha provocato in me un’impazienza colpevole. Lo scritto è composto da pagine in prima persona che raccontano fatti veri e propri e pagine di ricordi antichi, struggenti e dolorosi. Del resto l’autore è talmente coinvolto dalla vicenda da sentirsi responsabile di tutto il Male che è nato da una psicosi collettiva. Una lettura angosciante ma che aiuta a riflettere
Non è un romanzo, non incuriosisce, non insegna, non diverte, non si ha nemmeno voglia dui parlarne.
Dalle distanze siderali degli scranni sentenziosi degli italici atenei,Scurati ci offre un romanzo a più dimensioni che nutre l'ambiziosa pretesa di indagare,con problematicità e feroce spirito critico,il reale in cui siamo immersi agli albori del nuovo millennio.E' un'opera che si pone caoticamente al crocevia tra narrativa,inchiesta giornalistica,cronaca nera,saggistica,racconto autobiografico;il tutto striato di intense venature poliziesche da libro giallo.Un testo ancipite,ibrido,proteiforme,nel quale verità ed invenzione letteraria si mescolano in un amalgama non sempre riuscito e talvolta straniante.L'autore,lasciando aleggiare su gran parte delle pagine atmosfere claustrofobiche in stile gotico,mette in scena riconoscibilissimi casi di bruciante attualità,seppur parzialmente camuffati e trasferiti in un diverso orizzonte geografico (alcuni,invero,neanche trasfigurati dal potere metamorfico della penna),che ingenerano nel lettore,il quale annaspa tra le righe di una storia ansiogena ed asfissiante,la sensazione,non si sa fino a che punto verace,che la realtà che fa da pressante cornice al nostro quotidiano sia irrimiediabilmente degradata,sordida,marcia fino alle fondamenta e incapace di rigenerarsi in modo salutare a nuova vita.In primo piano,la crudeltà,il dilemma,la tragedia dell'infanzia,tema ricorrente nella letteratura del '900 e sviluppato dallo scrittore in tutta la sua portata dolce-amara.I personaggi reali,quelli che ci sorbiamo ogni giorno attraverso i media,indicati con nome e cognome e gettati disinvoltamente nel calderone dell'intreccio,appaiono figurine ridicole di commedianti,incenerite dal contatto con una materia immensamente più tragica di loro.Da segnalare le gustose perifrasi acrimoniose con cui viene tratteggiato un popolare anchorman.Scurati non cela la sua origine accademica ed in molti passi sciorina compiaciuti sfoggi di erudizione e citazioni colte sovente stridenti.A dispetto del titolo dalle suggestioni escatologiche,e degli intenti pretenziosi,il libro non è la fine del mondo.
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