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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2018
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I romanzi di Deaver che hanno come protagonisti Amelia e Lincoln sono da sempre il filone che preferisco e con questo mi pare che Deaver stia riacquistando un po' di smalto che ultimamente secondo me aveva perso. I cambi di scena e le soluzioni "spiazzanti" sono quello che preferisco in questo autore, niente è mai come sembra o come ti aspetti, oltre al fatto che avendo letto tutto mi sono appassionata anche alla vicenda personale dei due protagonisti. Come in "profondo blu" anche in questo romanzo il male si nasconde dietro ad "una macchina" e mi domando quanto questa profezia sia tanto lontano dalla nostra quotidianità… A chi non ha mai letto nulla di questo autore consiglio di iniziare da altri libri antecedenti, forse più avvincenti e imprevedibili e che permettano di capire i personaggi sin dall'inizio.
Solito stile di Deaver: crea una trama che " prende per mano" il lettore e lo sprona a leggere fino all’ultima parola, lo stupisce; grazie a capitoli corti, periodi brevi e cambi di punti di vista nella narrazione, che è secca, veloce. Ci riesce anche questa volta, anche se non con la potenza del passato; non riesce più a lasciarci di stucco, ad appassionarci inarrestabilmente... A mio parere "Il bacio da acciaio" è un buon romanzo, ma è anche lontano dall'essere un capolavoro: ho paura che un capolavoro degno del "Il collezionista di ossa" non possa più essere ideato!! La storia è carina, ma non entusiasmante; i colpi di scena ci sono, ma non lasciano a bocca aperta...
Primo ad approfondire in modo acuto,documentato e profetico il pericolo potenziale costituito dagli hacker con il suo indimenticabile "Profondo blu" Deaver traccia un quadro competente e verosimile della facilità di uccidere a distanza crackando sistemi che domotizzano elettrodomestici, regolano incroci semaforici,presiedono all'elettronica ormai dominante nelle auto. Libro affascinante e un filo nevrotizzante per la perfetta tenuta logica della tesi, reso ancora più avvincente dal colpo di scena magistrale del finale e dalla particolarissima figura del killer.Perdono un po di smalto Rhime e Sachs,personaggi su cui l'autore ha ormai speso tutto il dicibile,ormai un po'logori e stereotipati per eccesso di utilizzo.
Recensioni
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La detective Amelia Sachs è sulle tracce di un indagato: Sosco 40, sospettato di un brutale omicidio, che sta tranquillamente passeggiando per strada quando la Rossa si lancia al suo inseguimento, dritti fino ad un centro commerciale. Ma proprio mentre sta chiedendo rinforzi, accade l’imprevedibile: un uomo cade nella botola delle scale mobili, finendo incastrato e poi ucciso dagli ingranaggi.
Quella che sembra una fatalità si rivela invece un nuovo, incredibile caso: un serial killer che ha deciso di uccidere le sue vittime sfruttando i normali mezzi tecnologici che ci circondano e che ormai usiamo quasi senza pensarci. Qualsiasi cosa potrebbe diventare un’arma: cucine, forni, scaldabagno, microonde e la lista potrebbe allungarsi all’infinito. Questo spingerà Lincoln Rhyme a tornare al suo posto e a condurre le indagini scientifiche, dopo essersi ritirato per dedicarsi all’insegnamento, portandosi dietro una sua studentessa, Juliette Archer, anche lei costretta su una sedia a rotelle. Se questo non bastasse a creare un po’ di attrito tra Amelia e Lincoln, aggiungete anche il ritorno di Nick Carelli, ex fidanzato di Amelia.
La dodicesima avventura di Lincoln e Amanda che Jeffery Deaver ha deciso di regalarci è manna dal cielo per i fan dello scrittore americano: come tutte le altre sue opere, Il bacio d’acciaio è un thriller tutto da scoprire, in cui ogni pagina ci lascia con il fiato sospeso. Il consiglio che posso darvi è di leggerlo quando avete molto tempo, perchè non riuscirete più a staccarvi! Non importa se il capitolo è finito, in pieno stile Deaver le vicende rimarranno sospese fino all’ultima pagina perchè, come al solito, niente è mai come sembra fino alla fine del libro.
Il ritorno di Lincoln Rhyme celebra anche il ritorno della coppia Lincoln/Amanda, una relazione che continua ad evolversi, nonostante tutti i problemi da affrontare e le vecchie e le nuove fiamme. Una nuova avventura degna di uno degli scrittori thriller più prolifici e ammirati!
Recensione di Sara Papetti.
Il dodicesimo capitolo della saga di Lincoln Rhyme non delude. Una lettura agevole, appassionante e divertente, con un'unica nota stonata: il genuino terrore che vi susciterà la vista di una scala mobile.
All’interno è il nemico.
La nostra è una guerra mossa ai piaceri,
all’estremismo, al delitto.
- Cicerone
Pagina uno. Non c’è tempo per i preamboli, Amelia Sachs è già a caccia. Si muove tra le brulicanti strade di Brooklyn alla ricerca di un sospettato a bordo della sua sfavillante Gran Torino, rossa quanto il sangue che schizza da un’arteria recisa, rossa quanto il sangue che verrà versato a breve. Ha già adocchiato la sua preda. Fiuta del marcio in quell’emaciato spilungone conciato da Unabomber che si sta facendo strada ansiosamente verso il centro commerciale. Giacca verde, logoro berretto dei Knicks, altezza considerevole, magrezza inquietante. Proprio come il sospettato di un omicidio di qualche giorno prima, una brutta vicenda finita a crani maciullati a martellate. Sembra un arresto facile, l’inseguimento fin troppo banale. All’improvviso un urlo agghiacciante. Un uomo è rimasto fatalmente intrappolato nell’ingranaggio delle scale mobili del centro commerciale, avviandosi verso una morte straziante. Il tempo per Amelia di valutare la gravità dell’incidente e il sospettato è scomparso. Non può essere una coincidenza. E se la sciagura degna del Grand Guignol fosse il diversivo ben architettato da un luddista psicopatico? Solo Lincoln Rhyme, il celebre detective quadriplegico – protagonista della saga e compagno della Sachs - potrà stabilirlo. Prima tuttavia bisognerà convincerlo a tornare al NYPD e abbandonare la docenza alla scuola forense, dove nel frattempo ha indottrinato una promettente allieva, anch’essa disabile. È forse l’occasione per passare il testimone?
In questo dodicesimo capitolo della saga di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs non manca di certo l’intrattenimento, grazie alla formidabile caratterizzazione di Vernon, il serial killer, un uomo solo in apparenza insignificante. La sua ossessione per l’invadenza delle nuove tecnologie nella vita dell’uomo contemporaneo può sembrare stereotipata, costruita sulla solita figura del vendicativo hacker sociopatico. Invece Deaver ci offre un antagonista originale, deviato ma anche molto umano, in guerra contro la società che sembra programmaticamente voler destinare l’individuo alla solitudine. Più che un serial killer, Vernon è un terrorista, capace di veicolare la mania omicida in un programma sovversivo, che prevede la trasformazione di comuni dispositivi elettronici in armi per i suoi delitti. Ci sono inoltre diverse sotto-trame in questo capitolo. I fan della serie si chiederanno come si svilupperà il rapporto tra Sachs e Rhyme, minacciato dalla formazione di possibili triangoli amorosi. Nick Carelli, il precedente partner della Sachs, è stato rilasciato dalla prigione e chiede aiuto ad Amelia per salvare la sua reputazione e indagare sul reato per cui era stato ingiustamente incarcerato, ma anche per tentare un riavvicinamento con la sua vecchia fiamma. Un’altra sotto-trama riguarda un vecchio caso che tormenta la coscienza di Rhyme, un’occasione per chiedere aiuto a Juliette Archer, sua allieva, per cui prova forse qualcosa di più che semplice ammirazione, una figura destinata a ricomparire nei prossimi capitoli della saga.
”Il bacio d’acciaio" potrebbe essere letto come uno stand-alone. Non è infatti necessario recuperare alcuno degli undici capitoli precedenti, perché il rapporto tra i due protagonisti è tratteggiato a sufficienza e non dovrebbe emergere alcun problema nel seguire ogni aspetto della loro storia. Tuttavia è talmente una grande serie che non si può che raccomandare di recuperarla nella sua interezza, a partire dal formidabile inizio “Il collezionista d’ossa”.
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