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Dimenticate per un attimo la melassa disneyana e la tenera Trilly bionda modello Barbie. Il capolavoro di James Matthew Barrie è un viaggio di formazione in cui il dubbio e il tema dell'identità sono i cardini della crescita spirituale e umana. Chi è davvero Peter Pan? Lui è la gioventù, è la gioia, il simbolo dell'innocenza più pura (quella dei bambini), completamente autoreferenziale, spontanea e inconscia. La vera domanda che nasce storia dopo storia è chi siano davvero i nemici: certo, i pirati comandati da Uncino sono temibili e rappresentano il lato repressivo dell'ordine costituito, ma anche Wendy agisce secondo gli schemi sociali della buona borghesia inglese. La piccola imita i modelli conosciuti e si trasforma in una guida per orientarsi nella più grande delle avventure, quella della vita quotidiana scandita dal tempo. Sull'Isola Che Non C'è - un microcosmo che si concretizza con la violenza di un sogno che diventa realtà - non sembra esistere una sequenza spaziale e cronologica coerente: nello stesso ambiente convivono (non pacificamente) indiani e pirati, sirene e fate, i cambiamenti nello scenario e nei personaggi sono solo superficiali e trascurabili (gli spiritelli muoiono, ma ci sono sempre nuove nidiate e il ricordo delle creature scomparse si cancella in fretta) Persino lo scorrere delle ore è flessibile e funzionale allo sviluppo di azioni rocambolesche, ma l'arrivo di una mamma - e quindi di un sistema affettuoso di regole - genera una routine ciclica che inquadra anche Peter nel ritmo delle giornate e delle stagioni. Tutti hanno bisogno di una madre ma non tutte sono buone: Peter aveva provato a tornare alla sua vecchia casa ma aveva trovato la finestra chiusa e la sua stanza occupata e si era sentito abbandonato; al contrario i signori Darlings tengono sempre le imposte spalancate in attesa del ritorno dei figli e accolgono con entusiasmo gli orfanelli che decidono di lasciare Neverland, divenendo parte dei meccanismi del mondo.
Non è solo un libro per bambini. Credo che andrebbe riletto da adulti. Peter Pan è un bambino molto solo, e questo non puo' che provocare una profonda tristezza in chi si cimenta in questo libro già in età "avanzata". Molto bello e profondo.
C'è tutto ciò che serve! Simpatica l'introduzione! Include anche "Peter Pan nei giardini di Kensington", storia con "tono" completamente diverso dalla parte successiva, la classica di Peter Pan, vista anche nei cartoni animati Disney (ed in questo caso perfettamente riadattata).
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