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Toniolo non isolava la scienza in un’astrazione dalla vita, ma aveva profonda coscienza di tutte le interferenze che corrono tra l’attività del pensiero e lo svolgimento della vita dei popoli, dell’azione e azione continua tra la scienza e l’attività pratica. Egli:credeva nel riformismo dei mezzi, dando molta importanza alle azioni che hanno la capacità di cambiare le cose. Criticava lo oblio e violazione aperta (della) legge del dovere proporzionale degli abbienti verso i nullatenenti negato dall’utilitarismo, segnalando nell'umanesimo il primo tentativo storicamente attuato di separare l’economia dalla teologia (vedi Maritain, il mondo uscito dal Rinascimento e dalla riforma ha finito per separarsi da Cristo. Esso non ha alcuna solidarietà da accettare nei confronti dei principi di corruziione che travagliano un mondo che si ha motivo di considerare come il cadavere della cristianità medioevale. Per T. l’allontanamento del pensiero dominante dalla sua fonte teistica produce risultati nefasti anche di ordine materiale stante l'individualismo desolatore uscito dalla rivoluzione francese: lo Stato deve svolgere una funzione politica, giuridica e sopratutto civile della promozione e aiuto cge ricade precipuamente negli enti locali, in specie dei Comuni. A queste funzioni pubbliche partecipano i corpi professionali che da enti sociali-privati si trasformano in enti pubblici. L’interesse individuale era certo uno degli impulsi massimi dell’umana operosità, ma non ne costituiva per T. il suo motore, Dichiarò guerra al dogma dell’utile individuale e a tutto ciò che negava rilevanza allo spirito dell’uomo e ala legge morale. Nell’intima costituzione del liberalismo economico pulsava un’anima materialistica. L’homo oeconomicus? Ilsimbolo spaventoso dei nuovi tempi,. Un fantoccio plasmato dalla scuola classica. Un uomo spogliato di dignità e carattere, privato di carne e sangue, ridotto a produttore e consumatore di ricchezza.
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