La mente di Guido Calogero era prensile e luminosa, capace di spaziare senza imbarazzo dalla filosofia alla politica e al diritto civile. In ognuno di questi campi non portava solo il contributo del suo lucido intelletto, ma anche una misura di civiltà. Ricostruirne la figura intellettuale e morale non è un'impresa facile per i molti piani in cui occorre scomporre e ricomporre l'analisi. Un'idea della complessità dell'impresa ce la dà questo volume, nel quale si ripercorrono con perizia gli anni della formazione e della prima e operosa maturità di Calogero. Come per molti altri esponenti della filosofia italiana del tempo, per capire il percorso intellettuale di Calogero risulta essenziale il riferimento ai due maggiori esponenti del cosiddetto neoidealismo. Per quanto Calogero fosse, in senso accademico, allievo di Gentile, sempre risentì il fascino del magistero intellettuale di Croce. E nei confronti di Croce, al di là delle divergenze più propriamente teoretiche, mantenne sempre un rispetto e una deferenza che erano il segno di una stima profonda. Peraltro, l'analisi di Zappoli non si concentra solo sui maggiori, ma tiene conto anche di molte altre circostanze storiche e influenze culturali. In questo senso, pur essendo un lavoro sostanzialmente monografico, e per quanto si concentri soprattutto sulla cultura filosofica, il saggio presenta di scorcio anche una ricostruzione della cultura italiana dei primi decenni del Novecento. Lo studio si ferma a prima della caduta del fascismo, ma prende in esame, nell'ultimo capitolo, la teorizzazione calogeriana del liberalsocialismo come sintesi necessaria e obbligata della libertà moderna. In questo modo il lavoro, proprio nelle sue conclusioni si apre al futuro, facendo intendere le radici, intellettuali e morali, delle scelte successive. Maurizio Griffo
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