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Non sono un canoista, ma sono un grande viaggiatore. Ho visitato diversi continenti e mi piace la letteratura di viaggio (Thubron, Chatwin, terzani, ecc). Per caso mi è capitato tra le mani il libro di Vergani. Una vera ed interessante sorpresa. Mi sono emozionato nella lettura. UN testo scorrevole e moderno molto descrittivo e pieno di dettagli ambientali e naturalistici. Mi è sembrato di essere lì con loro sui fiumi della Mongolia e del Canada. Le descrizioni sono vivide ed emozionanti. Sorprendente è la descrizione del matrimonio turco sul fiume. Un matrimonio inatteso mentre stavano discendendo il Kopru cay, un fiume di impressionante grandezza. Ho scoperto inoltre che Vergani ha scritto un altro libro di narrativa di viaggio: Fuga nella gola, pubblicato da Lampi di Stampa nel 2004. Conto di leggerlo per continuare le avventure.
Non fatevi trarre in inganno "Attrazione fluviale" di Angelo Vergani non è un libro di canoa o kayak che dir si voglia. Il vero tema, quello centrale non sono le rapide, i salti, gli agganci, i recuperi, i rischi, i gradi di difficoltà. E neppure i paesaggi che pur si aprono maestosi all'orizzonte, né gli animali, orsi, alci o aquile che popolano le rive selvagge dei fiumi discesi. Il tema centrale è l'Avventura, l'adventurus ciò che verrà. Potrebbe essere un orso, ma anche lo sguardo di un bambino, una tempesta o il sorriso di una ragazza mongola, potrebbe trovarsi in un altopiano o in una gola a migliaia di chilometri di distanza oppure dietro l'angolo di casa. L'Avventura non è un dato in sé, quantificabile in chilometri o difficoltà da affrontare, è una disposizione interiore, un' apertura verso ciò che non conosciamo né possiamo prevedere, può essere una steppa, ma anche un obbrobrio di ciminiera costruita durante l'impero sovietico, oppure una miniera di cromo nella quale ci si imbatte, dopo una rocambolesca risalita sui pendii di una montagna causa passaggi impraticabili in kayak. "Attrazione fluviale" è come si dice in maniera dotta un "topos", nel quale confluiscono paesaggi, persone, situazioni che non hanno tuttavia un valore in sé, ma solo in relazione a chi le ha vissute. Non servirebbe a nulla raggiungere gli stessi luoghi sperando di rivivere le stesse emozioni. Ogni volta i luoghi cambiano perché muta l'osservatore.
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