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“Quando non combatteva, scriveva”. In poche parole, ecco sintetizzato il D’Annunzio Vate e Soldato. Ad annotarle nel diario è chi ha vissuto a stretto contatto con lui gli anni della guerra, di Fiume e del primo periodo al Vittoriale (al tempo Francescana ‘Prioria’ e non ancora ‘Schifamondo’). Questo carteggio largamente inedito, porta alla luce Italo Rosignoli, l’attendente che fedelmente accudirà e vizierà il Poeta, assecondandone le manie (la cura dei cavalli…e delle sue donne), ricevendone poi in cambio affetto sincero, soldi e raccomandazioni. Come già nel carteggio con la Comarella (Antonietta Treves) e la Divina (Eleonora Duse), emerge la figura dell’uomo carismatico, la cui presenza è imperiosamente sentita, ma ancor più lo è la sua lontananza, che si fa struggente desiderio di incontro e di ‘benedizione'. D’Annunzio influenza chiunque gli sia vicino. E quanto può esserne stato influenzato Rossignoli! A volte deriso e maltrattato dal suo ‘Comandante’, ma sempre rispettoso del grado, negli anni della guerra, e del valore morale, in seguito, finirà per trasformare la casa di Paliano, in Ciociaria, in una piccola replica del Vittoriale. Il carteggio, vivace ed inatteso, copre un lungo periodo tra il primo incontro a Roma nel 1915, fino alla morte del Poeta nel 1938, e ci offre una nuova pagina del D’Annunzio privato: generoso con chi lo ha fedelmente servito e con la sua famiglia, che entra prepotentemente in questo rapporto, con le lettere ed i telegrammi della Mamma di Rossignoli e della moglie. Le lettere sono la sintesi di un rapporto vero ed umano, tanto più evidente nella fase dell’allontanamento del 1924. L’iniziale timore nella pubblicazione di Mondadori, a cui per primo era stato offerto il manoscritto subito dopo la seconda guerra mondiale, ha tardato l’arrivo di questo epistolario nelle mani dei lettori. Ed è una fortunata circostanza che si possa apprezzare questo ‘diario’ dell’Attendente e del suo Vate, ad animi rasserenati ed a mente ormai sgombra da preconcetti. Un grande libro!
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