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Libro molto bello. Toti ha saputo esporre tematiche complesse e profonde con la serietà dello studioso, ma allo stesso tempo con una prosa scorrevole e piacevole. Affascinanti i lati sconosciuti e bizzarri di grandi personaggi come Guénon e Schuon, sui quali Toti dimostra una conoscenza eccezionale. Grazie per questo libro. Assolutamente consigliato.
Eccellente incursione del prof. Marco Toti negli spazi della storia religiosa. Un preludio dedicato alla storia degli studi a cui seguono succosi capitoli dedicati alle vicende dell'anima, peregrina nei luoghi oltretombali dell’Ade cristiano; percorsi affini si ritrovano nel Libro tibetano dei morti, cioè il cosiddetto bardo, lo stato intermedio tra la morte e l’eventuale rinascita. Questo intermundio si attua in ciò che a livello fenomenico profano è l’universo onirico, il mondo dei sogni che l’uomo comune vive passivamente, condizionato dalle sue brame e dai suoi terrori. Tale zona intermedia che “Il Vivente figlio del Risvegliato”, come lo chiamerebbe Avicenna, realizza in sé, è lo ‛ālam al-mithāl, il mundus imaginalis. ll gioco di riflessi delle apparenze è tutto quello che esiste: dato un mondo di simulacri, il soggetto non ha più alcuna autonomia. Diventa un effetto: è il problema dell'Aldilà che è anche un Aldiquà. Nello scarto tra i fenomeni, solo ciò che è sovversivo diventa vero. Ripartiamo dal libro di Marco: non so dire se scrivere una recensione o una lettera sia terapeutico. Certo che per i filosofi antichi e moderni era ed è un esercizio spirituale,un invigilamento di se stessi.
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