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“Siamo sicuri che la privacy sia il problema che più ossessiona i nativi digitali? E se fosse invece solo il nostalgico retaggio di una generazione precedente incapace di rimanere al passo col presente? Che dire poi a proposito della confusione tra reale e virtuale?” (p. 11)
Negli anni ’80 e ’90 non potevano mancare nelle case i 15 volumi base dell’Enciclopedia Treccani, che rappresentavano quasi un biglietto da visita della propria immagine educativa di famiglia. Tra fine degli anni ’90 e i 2000 ecco che il CD Rizzoli andava a sostituire l’intero scibile umano racchiuso in 4 piani di libreria, liberando parecchio spazio in salotto. Oggi, invece, in 70 cm quadrati di smartphone e un collegamento ad Internet si può accedere ad ogni tipo di informazione e in pochi secondi. A tutto questo si aggiunge non solo l’evoluzione della lingua, ma anche il cambiamento di significato o accezioni che diamo agli stessi termini. Ecco dunque che si sono create le condizioni perfette per perdersi in questa nuova rete di parole, soprattutto per chi non riesce (per forza di cose) a rimanere al passo con la tecnologia, che ha fatto più cambiamenti negli ultimi 50 anni che nei primi 1950.
“Forse il guestbook è stato uno dei primi veri casi popolari di utilizzo dei commenti online, un’abitudine che oggi penetra la nostra attività quotidiana al punto da essere inscindibile da ogni altra tipologia di contenuto” (p. 43)
Andrea Girolami, esperto di tecnologie e comunicazione, ha realizzato questo dizionario proprio come strumento per evitare di perdersi in questa rete in continua evoluzione e non incappare in errori e strafalcioni che sono all’ordine del giorno per quasi tutti i siti internet e gli utenti che li frequentano. Parole più conosciute come “Barbari”, “Fantasmi”, “Futuro” e “Giornalismo” o altre meno conosciute come “Captcha”, “Crowdsourcing” e “Skit” possono davvero farci perdere l’orientamento se non sapute interpretare e gestire, poiché mettono in forte discussione la nostra capacità di giudizio su una particolare notizia o immagine. Come fare dunque a non restare vittime di questa continua evoluzione? Andrea Girolami suggerisce di usare il suo libro come “mappa geografica” della rete.
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli” – Umberto Eco
Recensione di Marco Cattaneo
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