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Considerando il rischio attuale di una grande depressione e quanto ampiamente documentato dagli epidemiologi in merito ai determinanti di salute, mi trovo d'accordo con l'autrice quando sostiene che è bene affidarci al giusto mezzo aristotelico: un'economia mista-keynesiana, un mercato libero dei prodotti che però coesiste con un welfare pubblico. Le aziende devono pagare salari adeguati a condurre una vita dignitosa e a costruirsi un futuro; i governi devono tassare per assicurare il funzionamento dei servizi pubblici e lo devono fare in modo proporzionale al reddito e consentire così la re-distribuzione della ricchezza affinché le disuguaglianze siano ridotte. Ed è proprio attraverso la re-distribuzione della ricchezza (determinante di salute) che si promuove la salute della comunità...E mi trovo d'accordo con lei quando dice che le risorse per dare gambe alle riforme sanitarie e quelle per avere un nursing altamente qualificato ci sarebbero eccome; anche aggredendo solo due fenomeni: la corruzione che costa al Paese la bellezza di 50 miliardi di euro l'anno, e l'evasione fiscale, dato che un terzo della ricchezza sfugge alle tasse.L'autrice ha scritto questo libro a seguito dello scandalo del Santa Rita; lo ha fatto per convincere gli infermieri, ma anche i cittadini che mi auguro lo leggeranno, a difendere la sanità pubblica e la pubblica amministrazione in un momento in cui il tormentone è sui fannulloni. E per enfatizzare questa difesa ci invita ad essere vigili sul dilagare della corruzione e non solo di quella eclatante che finisce sui giornali, ma anche di quella piccola che inquina le azioni di ogni giorno ogni fenomeno inizia con piccoli passi e ciò vale anche per la moralizzazione del Paese...(dalla Prefazione di Danilo Massai).
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