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Veramente una bella scoperta. Un romanzo storico e ben documentato su una vicenda drammatica e spartiacque, accaduta nei possedimenti inglesi in India intorno alla metà dell'800. ma non è solamente una descrizione di fatti oggettivi, l'autore va in profondità mettendo in luce il decadimento fatale del colonialismo anglosassone, con tanto di riferimenti scientifici o para scientifici dell'epoca, la frenologia, per esempio. Una discesa negli inferi vera e propria. Farrel non si risparmia e scrive una storia in cui gli inglesi palesano tutto il loro disprezzo per la cultura indiana attraverso comportamenti pieni di supponente superficialità e stordente razzismo, senza rendersene conto, accecati dalla loro mentalità retrograda, accendono la miccia della rivolta. Il magistrato e l'esattore, il dottore e alcune donne e tanti altri personaggi, rendono la lettura piacevolissima. Tra elegante ironia e punte di sarcasmo velate con la sapiente intelligenza narrativa, l'orologio della Storia segna la fine dell'Impero.
un bellissimo libro scoperto per caso, attratta dalla nostalgica illustrazione in copertina. un romanzo sbeffeggiante, amaro e a tratti veramente spassoso sul famoso aplomb britannico durante la rivolta che segnò l'inizio della lotta indiana per l'indipendenza. un ritratto storico e sociale da non perdere.
"Attraversando per l'ultima volta il tratto di pianura polverosa che si stendeva tra Krishnapur e il capolinea della ferrovia,l'Esattore percepì più intensamente che mai la vastità dell'India. La visione di quella distesa sterminata gli fece capire quanto l'assedio di Krishnapur fosse stato un affare di poco conto, trascurabile, privo di significato." ..."Con l'andare degli anni l'Esattore - come molti di noi - cominciò a credere che si sprechino un mucchio di energie e di risorse per cercare di scoprire qual'è il significato della vita. Ma da lì a riuscirci..." Non tragga in inganno la fascetta che accompagna questo libro. La fascetta suona più o meno come "il romanzo inglese più importante del secolo" o qualcosa del genere. L'assedio di Krishnapur", ben 400 pagine, è veramente un gran bel libro, e al di là del quadro graffiante che l'autore dà rispetto a un microcosmo coloniale che anche di fronte all'ineluttabile o al drammatico non perde il proprio rituale "self control", l'ossatura della vicenda assume contorni metafisici sulla condizione umana , la sua debolezza, la sua precarietà. Il personaggio principale è l'Esattore (sempre scritto in maiuscolo) Hopkins, tipicamente vittoriano ma che alla fine della storia rivede quelle che erano sempre state le sue certezze. Peccato manchi una introduzione al libro e a Farrell, grande scrittore scomparso ad appena 45 anni.
Recensioni
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